Milano – Il sogno era concludere i lavori del “raddoppio’’ del Museo del Novecento nel secondo Arengario di piazza Duomo entro le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Nel luglio 2021 – al momento della presentazione del progetto vincitore del concorso internazionale “NovecentopiùCento’’ lanciato dal Comune, cioè il progetto firmato dall’architetto Sonia Calzoni insieme a Pierluigi Nicolin, Ferdinando Aprile, Giuseppe Di Bari e Bruno Finzi – l’allora assessore alla Cultura Filippo Del Corno aveva indicato l’obiettivo olimpico a chiare lettere.
Ma ieri, durante la commissione congiunta Cultura-Rigenerazione urbana, il cronoprogramma di massima fornito da Massimiliano Papetti, direttore Direzione Tecnica e Arredo Urbano, svela che i lavori di riqualificazione del secondo Arengario e della passerella tra i due Arengari non partiranno prima del secondo semestre del 2024 e dureranno almeno due anni. Il raddoppio del Museo del Novecento, dunque, dovrebbe concludersi entro il 2026, se andrà tutto bene. I Giochi invernali, invece, saranno nel febbraio 2026, alcuni mesi prima della chiusura del cantiere del nuovo spazio culturale. Sogno olimpico sfumato.
Il progetto esecutivo, intanto, è in fase di definizione e dovrebbe essere pronto entro quattro mesi. Dunque il progetto esecutivo dovrebbe essere pronto nei primi mesi del 2024, subito dopo il Comune potrà lanciare la gara d’appalto per i lavori: se andrà bene, entro il primo semestre del 2024.
Fin qui, i tempi. Quanto alle risorse economiche per realizzare il raddoppio del Museo del Novecento, i 27 milioni di euro necessari sono stati finanziati. I fondi arrivano da donazioni private (5 milioni di euro), Fondi Pn Metro Plus e Fondi del Pnrr. Soldi non ancora erogati e anticipati dal Comune.
L’itinerario di visita del “nuovo’’ Museo partirà dall’attuale ingresso, salirà fino alla Sala Fontana del primo Arengario per poi percorrere la passerella panoramica che porta al secondo Arengario e scendere verso il piano terra.
Gli elementi-chiave del progetto sono la passerella tra i due Arengari e il porticato del secondo Arengario. La passerella, già indicata in alcuni rendering, potrebbe essere modificata al momento della progettazione esecutiva. La Sovrintendenza, infatti, intende approfondire ulteriormente la forma finale del collegamento aereo. Nelle slide presentate ieri si legge che "la passerella, oltre a realizzare il passaggio aereo tra le due torri dell’Arengario, accoglie un belvedere", è concepita "come una sorta di proscenio" con fronte verso Piazza Duomo e sfondo rivolto verso Piazza Diaz: "Sul fronte scenico verso Piazza Duomo è posta una struttura leggermente convessa, vagamente specchiante che rifletterà scorci della piazza".
Il porticato nel secondo Arengario sarà trasparente e su due piani: nel primo ci saranno caffetteria e bookshop, nel livello superiore, invece, sarà realizzato l’auditorium, che avrà poltrone a scomparsa in modo tale che lo spazio possa ospitare anche mostre o installazioni. Tutte con vista su Piazza Duomo tramite le ampie finestre. Gianfranco Maraniello, direttore Area Musei d’Arte Moderna e Contemporanea, sprona il Comune a concepire bene il bando per la gestione del bar panoramico nel secondo Arengario. Sì, perché a Villa Reale, dove c’è la Gam (Galleria d’Arte Moderna), il limitrofo bar ristorante incassa cinque milioni di euro all’anno. Il bar all’Arengario potrebbe fare anche meglio. E Palazzo Marino potrebbe trarne importanti risorse per la cultura.