“Non ho belle notizie. Questa mattina mi ha chiamato, disperata, una madre da Bologna. Mi ha implorato di cercare la figlia, 18enne, che è appena scappata di casa: gli amici le hanno riferito che si trova a Milano, in zona Rogoredo. Ricevo ogni settimana almeno due o tre telefonate da genitori che mi pregano di intercettare i figli e soprattutto le figlie fuggite: parliamo di ragazze molto giovani, fra 18 e 20 anni. Altre famiglie non sanno più che fare perché i loro ragazzi sono diventati incontrollabili e, se li tengono in casa, lanciano piatti e spaccano ogni cosa. Sono ragazzi che si fanno di tutto: eroina, cocaina, crack e ultimamente anche ketamina, una sostanza in forte ascesa”.
A dirlo è Simone Feder, coordinatore dell’area Giovani e dipendenze della comunità Casa del Giovane di Pavia (con un centinaio di posti riservati alle dipendenze), educatore e psicologo che da 7 anni il mercoledì sera si reca con la sua squadra a Rogoredo, anche addentrandosi in zone impervie per “agganciare” i tossicodipendenti e indirizzarli verso il recupero. "Saranno un’ottantina le persone stanziali. Ma i flussi nelle ultime settimane sono aumentati, anche da parte di ragazzi che arrivano da fuori regione. Col treno raggiungono facilmente Milano, sapendo di poter trovare droga a qualsiasi ora del giorno". I volontari della comunità pavese portano acqua, cibo e "negli ultimi tempi anche delle docce portatili" rivela Feder. Un modo per intercettarli e portarli via da quell’inferno.
Dottor Feder, le risulta che ci siano delle tossicodipendenti che si prostituiscono nei dintorni di Rogoredo?
"Purtroppo succede. Nell’inferno sulla strada le donne sono le ultime fra gli ultimi, le più sfruttate, le più fragili, quelle con meno diritti, a dispetto di tutti i dibattiti che si fanno. Prostituirsi, per loro, è il modo più veloce per fare soldi e acquistare droga, anche se parliamo di pochi euro. Purtroppo ci sono dei clienti, degli orchi che se ne approfittano".
C’è una recrudescenza del consumo di eroina?
"A Rogoredo non si va solo per acquistare la nera. Ma anche cocaina, crack e ketamina. Quest’ultima è in aumento e provoca scatti di rabbia incontrollabili. Il dramma vero però è che, sebbene noi continuiamo a chiamare queste sostanze con lo stesso nome, non sappiamo davvero cosa ci sia dentro".
Che fare?
"Abbiamo bisogno di rivedere completamente il nostro sistema di servizi. Sono anni che ripeto le stesse cose ma ogni volta siamo sempre allo stesso punto. Dobbiamo sostenere le famiglie che si sentono sole e abbandonate e intercettare il disagio dei giovani. La vittoria vera sarebbe se riuscissimo a farlo prima che si devastino, prima che si imbottiscano di droga, prima che si prostituiscano".