ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Ragazzi malati e sofferenti. Un Bullone li tiene insieme nel ricordo di Clementina

Bill Niada ha creato la fondazione nel nome della figlia vissuta pochi anni "Accogliamo persone in situazioni critiche e le aiutiamo a trovare i loro talenti".

Bill Niada ha creato la fondazione nel nome della figlia vissuta pochi anni "Accogliamo persone in situazioni critiche e le aiutiamo a trovare i loro talenti".

Bill Niada ha creato la fondazione nel nome della figlia vissuta pochi anni "Accogliamo persone in situazioni critiche e le aiutiamo a trovare i loro talenti".

"I ragazzi arrivano da noi in un momento difficile della loro vita, mentre affrontano malattie gravi, tumori, disturbi del comportamento alimentare o altre patologie croniche, molti di loro fin da piccoli. Conoscono la sofferenza, le corsie degli ospedali. Qualcuno arriva in sedia a rotelle, altri con cicatrici sul corpo, tutti sono molto fragili. Noi li accogliamo, dialoghiamo con loro e insieme facciamo tante cose per valorizzare i loro talenti e costruire un ponte virtuoso tra profit e no profit". A raccontarci questa storia è Bill Niada, fondatore e presidente della Fondazione Bullone di Milano, che lavora con i B.Liver, adolescenti e giovani adulti con malattie gravi. Lui, industriale milanese da quando aveva vent’anni, la malattia e la sofferenza purtroppo le conosce bene: quando la figlia Clementina aveva pochi mesi le hanno diagnosticato un male incurabile e per anni ha vissuto tra ospedali e medici.

"La mia vita e quella della mia famiglia sono cambiate profondamente. Quando Clementina ci ha lasciato c’è stata la vera svolta, lei in qualche modo ci aveva chiesto di guardare oltre la malattia e il dolore. Ci ha lasciato un oggetto fatto da lei, un cuore con un cerotto che sorride – racconta Niada – e quell’oggetto mi ha fatto riflettere, quindi abbiamo creato la Fondazione Magica Cleme, una onlus che si occupa di organizzare attività ludiche e ricreative a chi ha una malattia importante". Quello è stato solo l’inizio. Nel 2012 ha creato la Fondazione Near Onlus e Fondazione Bullone. "Noi non siamo medici, ma ci prendiamo cura della persona. La nostra mission è quella di accompagnare adolescenti e giovani alla riscoperta della propria identità oltre la malattia, costruendo insieme percorsi di reinserimento nella vita sociale e professionale, organizziamo attività e abbiamo progetti che sono per loro terapeutici". Da quelli di editoria e comunicazione, come il mensile “Il Bullone“, il sito, i podcast e un canal social. A quelli di formazione e sensibilizzazione, realizzati insieme a professionisti e aziende. Dai progetti culturali e artistici come “Cicatrici“ avviato nel 2018 con + Lab, l’innovativo laboratorio del Politecnico di Milano, ai team building con le aziende che aprono gli spazi ai ragazzi e offrono opportunità per ‘ripartire’. "Il mensile è nato nel 2015, in questi dieci anni sono centinaia i giovani che hanno collaborato – racconta Sofia Segre, direttrice della Fondazione – le nostre riunioni di redazione diventano ogni volta un’occasione di relazione, per raccontarsi e mettersi in gioco. Anche il progetto di arte trasformativa è diventato una mostra itinerante e quest’anno diventerà una performance teatrale".

Oggi la comunità dei B.Liver è composta da 250-300 ragazzi, negli anni ne sono passati quasi 700 e 84 di loro sono diventati giornalisti sociali, ricevendo il tesserino da pubblicisti ad honorem dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia. Perchè B.Liver? Il nome, inizialmente è stato pensato per una collezione di moda, realizzata insieme alla stilista milanese Gentucca Bini significa: be (essere), believe (credere) e live (vivere). Tra la B e Live i ragazzi decisero di mettere un bullone, che è qualcosa di forte, che tiene uniti "quello che è diventato prima il nostro marchio, un giornale e il nome della fondazione".

Quel nome è una “comunità“ che è cresciuta e per questo ha bisogno di una nuova casa, "grande, per accogliere tutti, uno spazio che diventi luogo di incontro e di contaminazione reciproca con quello che c’è fuori", conclude la direttrice Segre. E intanto, dopo un libro e una canzone che raccontano chi sono, in cantiere c’è la realizzazione di un film che verrà presentato al Giffoni Film Festival.