MARIO CONSANI
Cronaca

Ragazzini stranieri senza nessuno: per strada l’esercito di 800 fantasmi

L’anno scorso 1.500 i segnalati, ma nelle comunità non c’è posto

Giovani profughi

Milano, 3 aprile 2017 - Quasi 800 giovani fantasmi. Sono ragazzini tra i 15 e i 17 anni arrivati o rimasti in Italia senza genitori e parenti, che girano per la città perché non hanno un posto dove andare a dormire. È appena stata approvata dal Parlamento una legge all’avanguardia in Europa per la protezione di questi minorenni, che in nessun caso ora possono essere respinti alla frontiera o rimandati al loro Paese. Ma la realtà con cui poi fare i conti è che nelle strutture e nelle comunità riservate a loro mancano i posti per accoglierli.

«Nel 2016 sono stati circa 1.500 i minori stranieri non accompagnati trovati e segnalati da Questura e Comune – spiega il procuratore capo presso il tribunale per i minorenni Ciro Cascone – ma di questi solo per la metà è stato possibile trovare una sistemazione nelle strutture di accoglienza». Gli altri, evidentemente, sono per strada. O a fare la spola tra gli uffici comunali di via Dogana e quelli di via Fatebenfratelli. Ed ecco perché Cascone non è entusiasta della legge appena introdotta, di cui pure condivide ovviamente i principi generali che garantiscano la più ampia tutela ai diritti di questi ragazzini. «Il vero problema però – riassume – è già ora quello della carenza di risorse, e questa legge non sembra in grado di risolverlo...». Esperti e politici ne parleranno venerdì pomeriggio in un convegno organizzato dall’Ordine degli avvocati nell’Aula magna di Palazzo di Giustizia, presenti, oltre al procuratore Cascone, anche i deputati Stefano Dambruoso e Barbara Pollastrini, gli avvocati Paolo Oddi e Silvia Belloni, il responsabile del servizio pronto intervento del Comune Massimo Gottardi e il presidente del Telefono azzurro Ernesto Caffo.

Dei circa 1.500 minori non accompagnati segnalati a Milano l’anno scorso, solo 130 hanno chiesto protezione internazionale come rifugiati. La stragrande maggioranza, circa 900, sono ragazzini provenienti dall’Egitto. «Vengono fatti partire con la speranza che possano trovare in Italia una vita migliore – spiega Cascone – ma finora erano 16-17enni, adesso ne arrivano anche di più piccoli, 14enni spesso traumatizzati da un viaggio durato magari venti giorni. E la carenza di risorse ci ha molto condizionato in questi anni nella possibilità di trovare per loro una collocazione».