ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Finito in coma alla festa, inchiesta ferma. Il legale di Luca: silenzio a ogni richiesta

La famiglia del ragazzo trovato un anno e mezzo fa con il cranio fratturato attende ancora la chiusura delle indagini

Il sorriso ritrovato di Luca Castiglioni

Lainate (Milano), 30 gennaio 2021 - «Abbiamo fiducia nel lavoro della Procura, ma ad un anno e mezzo di distanza dai fatti le indagini non sono ancora chiuse e non sappiamo se le indicazioni che abbiamo fornito su cosa fosse opportuno fare per ricostruire quello che è successo la sera del 26 luglio siano state accolte". A parlare è Paola Padoan, avvocato della famiglia di Luca Castiglioni, il giovane di 22 anni di Lainate, finito in coma nle’’estate del 2019 durante una festa di compleanno a Nerviano, nell’hinterland milanese. Il ragazzo, dopo mesi di terapia intensiva e riabilitazione, si è ripreso e oggi sta bene, ma nessuno è riuscito a spiegare cosa sia successo quella sera. I fatti rimangono avvolti da un mistero; al momento per la vicenda c’è un trentenne residente a Parabiago indagato con l’accusa di lesioni colpose aggravate. E null’altro.

All’indomani dell’appello di Luca, ("Chi ha visto parli"), l’avvocato della famiglia Castiglioni incalza la Procura: "Da mesi stiamo aspettando la chiusura delle indagini. Nell’immediatezza dei fatti avevamo chiesto, per esempio, il sequestro di tutti i telefonini dei giovani presenti alla festa. Oggi fanno foto e video a qualsiasi cosa, è inverosimile che non ci siamo immagini di quella serata. O post sui loro profili social. Non ci risulta però che sia stato fatto. Sappiamo invece che i ragazzi sono stati ascoltati dai carabinieri, tanti, ma non sappiamo se tutti – aggiunge –. Abbiamo chiesto che venissero ascoltati i vicini di casa, acquisite le immagini di eventuali telecamere presenti nel complesso residenziale, ma fino a quando la Procura non chiude le indagini non possiamo accedere al fascicolo e quindi al momento ci restano solo dubbi". L’indagine , affidata al pubblico ministero Francesca Gentilini della Procura di Milano, riuscirà a dare le risposte che Luca e la famiglia aspettano da un anno e mezzo?

Fu la madre del ragazzo a presentare la denuncia ai carabinieri (due giorni dopo), quando i medici le dissero che le lesioni cerebrali, la frattura sul lato destro del cranio e l’ematoma all’occhio sinistro del figlio non erano compatibili con una caduta accidentale. Come mai nessuno quella notte avvertì le forze dell’ordine? Vuole giustizia la famiglia di Luca, ma non solo. "C’è anche un’altra cosa che mi fa molto male in tutta questa vicenda – dichiara Chiara Taverna, la mamma –: nessuna delle famiglie dei ragazzi presenti alla festa mi ha mai contattato per dimostrare vicinanza, o per chiedere notizie sulla salute di mio figlio. Qualcuno mi ha anche chiesto se sono disponibile a perdonare. Ma chi devo perdonare, se non so cos’è successo? Chi devo perdonare, se non ci dicono chi sono i responsabili di quello che è successo a Luca? Prima – conclude la donna – vogliamo la verità, vogliamo sapere se ci sono colpe di qualcuno, negligenze o altro, poi deciderò se perdonare".