NICOLA PALMA
Cronaca

Raid a Cascina Merlata, fermato un quindicenne: incastrato dai filmati dopo essere scappato a bordo di un bus e bloccato a Quarto Oggiaro

La lite precedente, la sigaretta e i fendenti: il ragazzo egiziano ripreso dalla telecamera a bordo della 35. Si stringe il cerchio anche attorno agli autori della rapina di viale Romagna

I rilievi della polizia dopo il raid a Cascina Merlata del 20 febbraio scorso

I rilievi della polizia dopo il raid a Cascina Merlata del 20 febbraio scorso

Milano, 28 febbraio 2025 – Gli investigatori lo hanno rintracciato ieri vicino ai binari della ferrovia, nei pressi dell’Esselunga di via Palizzi a Quarto Oggiaro. Del quindicenne egiziano, fermato per rapina aggravata, aveva parlato sin da subito la fidanzata del diciannovenne italo-marocchino accoltellato nove giorni fa in via Pasolini, a pochi passi dall’ingresso del centro commerciale Merlata Bloom: agli agenti intervenuti dopo l’ambulanza, la diciottenne ecuadoriana aveva riferito di un precedente scontro con il minorenne, andato in scena l’estate scorsa pare per un’altra rapina. 

Il raid e la fuga

I poliziotti del commissariato Bonola, coordinati dal dirigente Antonio D’Urso, hanno trovato riscontri a quelle parole nelle immagini registrate da una telecamera: quella installata a bordo dell’autobus 35 sul quale il quindicenne, che risulta avere alcuni precedenti, è salito a bordo subito dopo il raid, insieme a un amico diciannovenne tuttora ricercato. Stando a quanto finora emerso dall’inchiesta, la sera del 20 febbraio, il diciannovenne è stato avvicinato dal coetaneo, che gli ha chiesto una sigaretta. Era solo una scusa. E la vittima designata se n’è accorta appena ha visto il quindicenne nei paraggi: ha provato ad allontanarsi, ma è stato bloccato e ferito con diversi fendenti, sembra sferrati da entrambi gli aggressori. L’italo-marocchino è stato colpito alla schiena, riuscendo a schivare un tentativo di sfregio coprendosi il volto con le mani e riportando tagli da difesa. Poi i due si sono impossessati di cellulare e monopattino elettrico e sono scappati, salendo su un autobus. 

Una settimana dopo

La fuga del quindicenne è durata poco di una settimana. Quella del diciannovenne potrebbe chiudersi nelle prossime ore. Così come si sta stringendo il cerchio anche attorno agli autori della rapina con coltellata ai due studenti spagnoli in Erasmus andata in scena nella notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana all’incrocio tra viale Romagna e via Pascoli, sotto la pensilina del filobus 90. Pure in questo caso, l’inchiesta, affidata agli investigatori della Squadra mobile guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia, potrebbe presto vivere uno snodo decisivo. 

La serata all’Alcatraz

La dinamica della prima ora racconta che i due ventiduenni, entrambi iscritti all’Università di Brescia per un periodo di studi nel nostro Paese, hanno trascorso la notte all’Alcatraz di via Valtellina insieme ad altri connazionali e che poi sono saliti su un mezzo della 90 per scendere vicino a piazzale Piola. Lì si sarebbero riposati per poche ore a casa di un amico, prima di recarsi in Centrale per prendere il treno che li avrebbe riportati nella città in cui risiedono attualmente per motivi accademici. È proprio in quel frangente che almeno quattro ragazzi, descritti come verosimilmente di origine nordafricana, li hanno accerchiati: uno in particolare si è avventato sul ventiduenne che portava al collo una catenina d’oro, riuscendo a strappargli solo il ciondolo a forma di crocifisso. A quel punto, l’altro spagnolo ha cercato di difendere l’amico, venendo colpito al fianco da una coltellata che non gli ha provocato per fortuna gravi conseguenze.