Un raid con un bersaglio preciso da colpire e non (solo) un tentativo di rapina a un passante scelto a caso. Al momento, è questa la pista privilegiata dagli investigatori che stanno indagando sull’agguato andato in scena giovedì sera in via Pasolini, a due passi dagli ingressi del centro commerciale Merlata Bloom. I sospetti dei poliziotti del commissariato Bonola e della Squadra mobile, rispettivamente guidati dai dirigenti Antonio D’Urso e Alfonso Iadevaia, derivano dalle dichiarazioni del diciannovenne italo-marocchino accoltellato, che ha detto di aver avuto un litigio l’estate scorsa con uno dei cinque componenti del branco. Un’indicazione che potrebbe rivelarsi fondamentale per consentire agli agenti di chiudere il caso in tempi brevi: l’identità di uno degli aggressori potrebbe portare chi indaga sulle tracce dei presunti complici.
A cominciare dal ragazzo, descritto come nordafricano, che qualche minuto prima delle 21 ha fermato il diciannovenne, che era in compagnia della fidanzata diciottenne, per chiedergli una sigaretta; sempre lui, stando alle testimonianze, lo avrebbe colpito alla schiena con un coltello, sferrando anche altri fendenti parati dalla vittima con le mani, mentre l’amico teneva fermo il diciannovenne con l’aiuto di altri tre complici. La dinamica, ricostruita dalla fidanzata del ferito, è stata confermata anche da un uomo, che ha assistito in diretta alla scena e ha anche cercato di mettere fine al blitz a mano armata. Poi i cinque sono scappati, non prima di aver derubato l’italo-marocchino di un iPhone 14 Pro Max e di un monopattino elettrico.
Con ogni probabilità, sia l’azione violenta che la fuga tra i palazzi di Cascina Merlata sono state riprese dalle telecamere di videosorveglianza installate nella zona: è in quei fotogrammi che la polizia sta cercando tracce e soprattutto volti, che, se immortalati in maniera abbastanza nitida, potrebbero trovare possibili corrispondenze con quelli schedati nel sistema Sari per il riconoscimento facciale. Le ricerche potrebbero concludersi in tempi brevi, è la sensazione, anche perché pare che il gruppo entrato in azione l’altra sera sia di casa da quelle parti.