NICOLA PALMA
Cronaca

Raid al bar per rapire due gemelline, la mamma le salva dall’aggressore: “Mi guardava come un indemoniato”

Milano, il cinquantenne, in cura in un Cps e già segnalato davanti ad altri istituti, è stato arrestato dai carabinieri. Al setaccio dieci cellulari. L’accusa nel 1999 di violenza sessuale e la denuncia di un mese fa per stalking

Il cinquantenne arrestato ieri mattina dai carabinieri del Nucleo Radiomobile per tentato sequestro di persona

Il cinquantenne arrestato ieri mattina dai carabinieri del Nucleo Radiomobile per tentato sequestro di persona

Milano – “Mentre facevo colazione, avevo di fronte a me le mie due figlie, che davano le spalle alle scale del locale”. Ore 7.30 di ieri, via delle Forze Armate. Anna (nome di fantasia) ha fatto tappa come ogni mattina in un bar, prima di accompagnare le gemelline di 10 anni all’istituto Cabrini: “L’uomo sopraggiungeva alle spalle delle mie figlie, che non si accorgevano della sua presenza. Iniziava a guardarle con uno sguardo che non mi piaceva affatto: non era uno sguardo innocente e pulito, sembrava quasi attratto da loro”.

Scatta il raid, improvviso: “Senza proferire parola, prendeva per le braccia entrambe le mie figlie, strattonandole come per tirarle a sé, come se volesse portarle via con lui”. La reazione della mamma è veemente: “Che c. vuoi? Vedi di levarti!”, le frasi allo sconosciuto. “Nonostante le mie urla – il racconto a verbale – l’uomo mi guardava con sguardo indemoniato”. A.B. non si ferma e si avvicina ad altri piccoli: “Voglio un bambino! Lo voglio non normale!”.

Poi esce in strada e cerca di confondersi nella folla di genitori e figli che stanno aspettando la prima campanella: è un papà a notarlo e a frapporsi tra lui e due bimbi che non si erano accorti di nulla. “Tu chi sei? Che vuoi da me? Sto solo guardando”, gli dice il cinquantenne. “I bambini non li guardi – la replica –. Adesso aspetti i carabinieri qui con me per capire chi sei”. I militari del Radiomobile arrivano in pochi minuti, raccolgono le prime testimonianze e prendono in consegna A.B.: gli chiedono se abbia fatto foto, e lui mostra istantanee (non scattate davanti alla scuola) di una ragazzina con i capelli chiari e di un seno.

A quel punto, scattano il sequestro dello smartphone e la perquisizione nell’abitazione in cui il cinquantenne (in cura in un centro psicosociale per disturbi mentali) convive con i genitori: da una cassettiera e da un armadio spuntano altri nove telefoni, che ora verranno passati al setaccio per scandagliarne il contenuto. A valle degli accertamenti investigativi, scatta d’intesa col pm di turno Pietro Paolo Mazza l’arresto per tentato sequestro di persona e la denuncia per tentata sottrazione di persona incapace: A.B. viene portato a San Vittore, in attesa dell’udienza di convalida davanti al gip.

Dal suo passato, remoto e recentissimo, spuntano due precedenti: una notizia di reato datata 1999 per violenza sessuale nei confronti di una maggiorenne e una denuncia presentata lo scorso 31 gennaio per atti persecutori, con divieto di avvicinamento alla vittima trentenne. La presenza sospetta del cinquantenne, che usava qualsiasi scusa per entrare nelle elementari della zona (come ha fatto pure alla Cabrini dicendo a una bidella “Posso fare un giro? Mi piacciono i bambini”), era già stata segnalata anche alla polizia locale: proprio ieri mattina alcuni ghisa in borghese si erano piazzati fuori da un’altra scuola per intercettarlo.