Raid con lo spray, presi i rapinatori dell’Isola

Due rapine-fotocopia a Milano: due egiziani arrestati per aver derubato vittime con collane d'oro e spray al peperoncino. Indagini e dettagli sull'operazione del commissariato Garibaldi-Venezia.

Raid con lo spray, presi i rapinatori dell’Isola

I rapinatori sono finiti in carcere

Due rapine-fotocopia in meno di una settimana. Lo strappo della collanina d’oro e lo spray al peperoncino per neutralizzare la reazione della vittima. A quattro mesi dai colpi, gli investigatori del commissariato Garibaldi-Venezia, guidati dal dirigente Angelo De Simone, hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip Tiziana Gueli al diciannovenne egiziano Ahmed Ali B. (detenuto da agosto per spaccio dopo un aggravamento della misura) e al connazionale ventunenne Khalid Ali A., ritenuti membri di una gang di San Siro che si muove abitualmente tra la stazione Garibaldi e piazza Gae Aulenti. L’indagine è scattata nelle ore immediatamente successive al primo raid, andato in scena la sera del 30 giugno scorso: di ritorno a casa dopo aver finito il turno in un ristorante in zona Isola, un ragazzo è stato aggredito e derubato della collana del valore di 1.100 euro. I poliziotti di via Schiaparelli hanno visionato le immagini di due telecamere di piazzale Lagosta e individuato due degli autori, riconoscendo in particolare il diciannovenne "perché gravato da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e abituale frequentatore della zona".

Prima il software di riconoscimento facciale e poi la testimonianza della vittima hanno confermato i sospetti anche sul secondo aggressore. La sera del 4 luglio, è avvenuto il secondo blitz in piazza Minniti: con la scusa di una sigaretta, in tre si sono avvicinati e hanno derubato della collana un giovane seduto su una panchina, stordendolo poi con lo spray. Pure in quel caso, i due egiziani, identificati il giorno dopo dai poliziotti durante uno dei consueti servizi di controllo in zona corso Como, sono stati riconosciuti. Da qui l’ordinanza, giustificata sia dal pericolo di fuga che da quello di reiterazione del reato.

Nicola Palma