Ha cercato di ostacolare lo zio A.F., quattro giorni prima che lo facesse pure il medico del Policlinico M.L. Se il camice bianco di 33 anni ha rimediato la frattura in tre punti del femore della gamba destra, la quarantatreenne R.C. è stata dimessa dal pronto soccorso della cittadina siciliana di Militello in Val di Catania con una prognosi di sette giorni per traumi a testa, addome, fianco destro e coscia sinistra.
Stando alla denuncia presentata ai carabinieri della stazione locale, alle 11.20 di sabato 15, la donna si è recata, come faceva ogni giorno, nella casa famiglia per anziani per far visita alla nonna Immacolata, ricoverata lì dal novembre 2021. Appena entrata nella stanza, si è accorta della presenza dello zio e della moglie, "che stavano raccogliendo gli effetti personali di mia nonna per portarsela via".
A quel punto, R.C. ha chiesto: "Cosa sta succedendo lì?". È bastata quella domanda, nella sua ricostruzione ai militari, per scatenare la furia della coppia: "Mio zio ha iniziato a picchiarmi violentemente, a lui si è aggiunta sua moglie ed entrambi mi hanno picchiata con schiaffi e pugni in una maniera inaudita, facendomi sbattere contro i mobili". Dopo il pestaggio, "i due hanno preso mia nonna e se la sono portata via (con destinazione Milano, ndr), dicendo alla responsabile della struttura che mia nonna non voleva più stare lì".
Nonostante il raid improvviso, la quarantatreenne ha avuto la lucidità di attivare il registratore dello smartphone: il file audio è stato già consegnato ai carabinieri. Altri elementi utili potrebbero arrivare dall’analisi dei filmati delle telecamere interne della Rsa, che avrebbero ripreso l’aggressione.