
Un recente corteo in memoria di Sergio Ramelli il militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975
Non solo il convegno organizzato col contributo e in una sede istituzionale della Regione Lombardia con video-intervento del presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni. Lo stesso giorno, lunedì, e il giorno successivo sono in programma altri due eventi, per l’esattezza due intitolazioni di altrettante piazze in due Comuni “sensibili“, dove il “simbolo“ gioca un ruolo non indifferente perché si tratta di Comuni storicamente "rossi", non fosse per la storia recente: Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo. Tre luoghi, un unico comune denoniminatore: Sergio Ramelli. Tre luoghi, un solo obiettivo: realizzare una svolta, la svolta della memoria. A perseguirlo è la destra lombarda sfruttando la congiuntura attuale, del tutto particolare: il primo partito di maggioranza in Regione è Fratelli d’Italia, fatto mai accaduto prima, mentre a Sesto, la ormai ex Stalingrado d’Italia, così come a Cinisello, il sindaco è espresso dalla Lega. Roberto Di Stefano nel primo caso, Giacomo Ghilardi nel secondo. Non bastasse, quest’anno ricorre il cinquantenario dalla morte di Ramelli. Da qui la svolta di cui sopra. Ma il rischio è che sia dettata da volontà di rivalsa più che di conciliazione.
Militante del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, Sergio Ramelli fu aggredito il 13 marzo 1975 sotto casa, in via Paladini, a Milano, a colpi di chiave inglese da esponenti di Avanguardia operaia e morì il 29 aprile dello stesso anno dopo 47 giorni di agonia. Una vita stroncata a 18 anni, uno degli episodi più drammatici di anni in cui la violenza veniva considerata strumento di lotta politica sia dagli estremisti di sinistra che dagli estremisti di destra.
Ora le cerimonie dei prossimi giorni. E le polemiche. Lunedì a Sesto sarà intitolato a Ramelli (ma anche ad Enrico Pedenovi) lo slargo tra le vie Cavallotti e Cadorna. Lunedì, dalle 18, il convegno in Regione: "Le idee hanno bisogno di coraggio", il titolo. Il giorno dopo, a Cinisello, sarà intitolato al solo Ramelli lo spazio pedonale vicino al Comune, quello dove si trova la Statua del Salto in onore alle staffette partigiane. Per Antonio Lamiranda, l’assessore sestese di FdI, grazie a questa scelta "la Sesto futura è sempre più aperta e inclusiva". Per Ghilardi l’intitolazione è un "gesto di profondo significato per ricordare una singola figura, un invito a riflettere sui valori democratici e di solidarietà". L’opposizione sestese chiede, allora, quando sarà intitolata "una via a Fausto e Iaio", militanti del centro sociale Leoncavallo uccisi a soli 18 anni e ancora in attesa di giustizia, visto che i responsabili non sono mai stati individuati. Mentre a Cinisello il centrosinistra aveva avanzato una controproposta, invano: "La cosa più giusta sarebbe dedicare un’area a tutte le vittime dell’odio politico e del terrorismo e non strumentalizzare Ramelli, un giovane barbaramente ucciso, ma diventato simbolo dell’estrema destra".