Il tunisino ventiduenne Fares Bouzidi che era alla guida del TMax che si è schiantato in via Ripamonti e il vicebrigadiere del Radiomobile che era al volante della macchina che inseguiva lo scooter da otto chilometri sono stati indagati per omicidio stradale dal pm Marco Cirigliano nel fascicolo aperto sulla morte di Ramy Elgaml, il diciannovenne deceduto all’alba di domenica nell’impatto contro un muretto seguito alla scivolata del TMax.
Il passo della Procura è legato innanzitutto alla prima comunicazione arrivata dagli agenti della polizia locale, che a valle dei rilievi sul luogo dell’incidente (che confluiranno nell’inchiesta affidata all’Arma) e sulla base di un video registrato da una telecamera comunale hanno scritto che "si verificava la collisione laterale" tra la parte anteriore del fianco sinistro della pattuglia e la parte posteriore del TMax. E ancora: "a causa di tale urto", lo scooter "si ribaltava sul fianco sinistro". Frasi che non sembrano mettere in dubbio il contatto (seppur fortuito), anche se in realtà i frame agli atti dell’indagine non danno certezze sul possibile urto tra i due veicoli. Stando a quanto risulta al Giorno, il motorino e la Giulietta arrivano entrambi dalla carreggiata "sbagliata" di via Ripamonti e all’incrocio con via Quaranta si spostano sulla sinistra come se dovessero svoltare: il motorino, però, abbozza solo la curva e poi prosegue dritto, con una traiettoria resa anomala dall’alta velocità e forse da una perdita di aderenza sulle strisce pedonali; a quel punto, la macchina che quasi affianca il TMax ha la strada sbarrata e piomba in frenata sul semaforo, con il motorino che le scivola davanti e termina la sua corsa impazzita contro il sostegno dell’insegna del distributore di benzina.
L’inquadratura dall’angolo opposto di via Solaroli non offre una visuale diretta sull’eventuale urto, visto che l’occhio elettronico in cima a un palo della luce è di fatto "impallato" dalla sagoma della Giulietta. Detto altrimenti: se un contatto c’è stato, non si vede chiaramente in quei fotogrammi (che al momento sono i migliori a disposizione). I vigili non hanno riscontrato tracce di vernice sulla carrozzeria del TMax, evidenziando invece un’ammaccatura sulla marmitta che potrebbe essere compatibile con una collissione; tuttavia, bisogna capire se il segno fosse già presente o se sia stato provocato dalla caduta. L’iscrizione del giovane tunisino, arrestato per resistenza e piantonato in ospedale, e del carabiniere del pronto intervento è stata disposta anche come atto a garanzia dei diretti interessati in vista dell’autopsia sul cadavere del diciannovenne, in programma venerdì, e dei successivi approfondimenti tecnici (affidati a consulenti esterni) che verranno via via disposti dai magistrati per ricostruire con esattezza la dinamica dell’episodio.
Al di là del nodo legato al contatto, che diventerà verosimilmente materia per periti e richiederà mesi prima di essere sciolto, l’inchiesta scandaglierà per intero i venti minuti di inseguimento dal centro alla periferia sud attraverso comunicazioni tra autoradio e centrale operativa e filmati di bodycam e dashcam. Un’altra questione riguarda gli oggetti trovati nelle tasche di Bouzidi: una catenina d’oro spezzata, mille euro, un coltello a serramanico e uno spray al peperoncino. Tutto lascia pensare al bottino di una rapina (in linea con i precedenti del tunisino e di Elgaml), anche se al momento non sono stati identificati i potenziali derubati: sotto la lente gli interventi di quella notte, a cominciare da uno partito come rissa tra più persone.