ANNA GIORGI E NICOLA PALMA
Cronaca

Morte di Ramy, il testimone del video: i carabinieri mi hanno chiesto di eliminarlo senza neppure vederlo

La consulenza sullo smartphone del ventottenne che ha sempre sostenuto di essere stato costretto a eliminare le riprese: la clip – della durata di poco più di un minuto – c’era ed è stata effettivamente cancellata

Milano, 28 gennaio 2025 – Se il video della corsa folle in scooter e degli ultimi secondi di vita di Ramy Elgami non fosse stato cancellato dallo smartphone di Omar E., forse oggi la dinamica della tragedia sarebbe chiara in tutti i suoi dettagli. Sì, perché con ogni probabilità quelle immagini esistevano davvero: il testimone oculare dell’incidente di via Ripamonti non ha mentito quando ha dichiarato agli investigatori che quella notte due carabinieri lo avrebbero costretto a eliminarle (pur senza visionarne il contenuto).

Ramy Elgaml, il 19enne egiziano morto dopo una fuga sullo scooter guidato da un conoscente
Ramy Elgaml, il 19enne egiziano che nella notte tra sabato e domenica si è schiantato con lo scooter mentre era inseguito dai carabinieri, in una foto tratta dal suo profilo Facebook. FACEBOOK/ RAMY ELGAML +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK +++

L’analisi del cellulare

Lo dimostrano i primi esiti della consulenza firmata dal tecnico informatico Marco Tinti, incaricato dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini di recuperare il filmato o quantomeno di reperire tracce della rimozione dalla gallery del telefono: il perito non è riuscito a ritrovarlo, ma ha rintracciato un frame che mostra via Ripamonti e i riflessi di luci in lontananza, con ogni probabilità i fanali del TMax guidato dal ventiduenne tunisino Fares Bouzidi e della Giulietta del Radiomobile che lo tallonava dopo un inseguimento di otto chilometri partito alle 3.40 in viale Monte Grappa.

Traccia di registrazione

La fotocamera dello smartphone è risultata attiva dalle 4.03 e 22 secondi fino alle 4.04 e 31 secondi del 24 novembre, come se avesse registrato un filmato di un minuto e 9 secondi; e la sua posizione è stata geolocalizzata esattamente all’incrocio con via Quaranta, lì dove lo scooter è uscito di strada andando a sbattere contro il cordolo di un’aiuola.

“Io in quel momento stavo ancora registrando – ha messo a verbale E. il 3 dicembre – quando una pattuglia se n’è accorta e si è avvicinata, chiedendomi il documento e dicendomi di cancellare il video, aggiungendo che ero passibile di denuncia. Io a quel punto ho cancellato il video”.

Le pressioni dei militari

Di quel faccia a faccia si trova conferma pure nei fotogrammi registrati dalla dashcam della terza macchina inseguitrice, che ha ripreso due militari di spalle che parlano con un ragazzo vicino al distributore di benzina. “Mi hanno detto frasi del tipo ‘cancella immediatamente il video’, ‘fammi vedere che lo hai cancellato’, a quel punto mi hanno fatto la foto al documento e hanno aggiunto ‘adesso sali in macchina perché ti prendi una denuncia’ ”, ha aggiunto E. “I carabinieri hanno visionato il video?”, la domanda del pm. “No, non lo hanno fatto. Mi hanno detto solo di cancellarlo senza guardarlo”, la risposta, che lascia aperta l’ipotesi che i militari si siano convinti che E. stesse riprendendo “solo” la scena del corpo di Ramy a terra e dell’estremo tentativo di un loro collega di salvargli la vita.

Dalla consulenza emerge pure che alle 4.49 il ventottenne fece delle ricerche online sul tema “come recuperare i file cancellati dal cestino” per tre volte. Per queste presunte pressioni, due militari del pronto intervento sono stati indagati per depistaggio e favoreggiamento, nell’ipotesi che abbiano costretto il teste a rimuovere immagini che avrebbero potuto essere importanti per ricostruire l’accaduto.

Un terzo collega, il vicebrigadiere di 37 anni che guidava la Giulietta, è accusato di omicidio colposo stradale in concorso con Bouzidi.

L’altra perizia

All’inizio della prossima settimana, l’altro consulente della Procura, l’ingegner Domenico Romaniello, dovrebbe depositare la perizia dinamica e cinematica sugli ultimi metri percorsi dai due veicoli: l’interrogativo più rilevante riguarda un possibile contatto prima dello schianto.

Un contatto che, secondo la relazione della polizia locale, sarebbe avvenuto prima dell’incrocio (un urto laterale che avrebbe lasciano alcuni segni di strisciata sulla staffa della marmitta del TMax e vicino alla pedalina destra), e non prima dell’uscita di strada in via Quaranta. A pochi passi dal testimone con lo smartphone in mano.