Milano – Il legale sottolinea che “non si tratta di una guerra tra guardie e ladri”, ma piuttosto della “legittima richiesta di avere chiarezza sulle cause della morte di un ragazzo”, Ramy Elgaml. L’avvocato Barbara Indovina, che assiste la famiglia del 19enne morto il 24 novembre, ha presentato ieri un’istanza alla Procura per chiedere l’accesso ai video e agli altri atti dell’inchiesta, dopo che la trasmissione Mediaset “Dritto e rovescio” ha mostrato un video, girato da una telecamera a bordo di una gazzella dei carabinieri, che documenta alcune fasi dell’inseguimento notturno durato circa 20 minuti, senza mostrare il momento dell’incidente e senza quindi chiarire se ci sia stato un contatto fra l’auto dei militari e lo scooter T-Max in via Quaranta all’angolo con via Ripamonti. “Non hanno neanche restituito alla famiglia il telefono, i vestiti e gli effetti personali di Ramy nonostante la richiesta formalizzata lunedì scorso – prosegue il legale – e ora vediamo spuntare in tv un video montato ad arte per trasmettere un messaggio di parte, con il titolo biasimevole: ‘La folle fuga di Ramy’. Abbiamo il diritto di avere tutti i filmati integrali”.
Un’istanza analoga, a cui si sono associati anche gli altri legali, era stata avanzata giovedì dall’avvocato Debora Piazza, che assiste Fares Bouzidi, il conducente dello scooter indagato per omicidio stradale e resistenza. Richiesta avanzata nell’ambito della nomina del consulente tecnico del pm Marco Cirigliano, incaricato degli accertamenti sulla dinamica dell’incidente per chiarire tra l’altro se “la condotta di guida tenuta dalle parti coinvolte nel sinistro (Fares e il carabiniere al volante della gazzella, entrambi indagati, ndr) sia stata conforme ai principi di perizia, diligenza e prudenza”.
L’avvocato Piazza ha fatto mettere a verbale la richiesta che “tutto il materiale sottoposto all’esame del consulente tecnico del pm sia condiviso con il proprio consulente tecnico di parte”.
Nel video privo di audio trasmesso da Mediaset, girato da una telecamera a bordo di una gazzella dei carabinieri, si vede il T-Max, su cui viaggiava come passeggero Ramy, sfrecciare per le vie della città. Si vede lo scooter “bruciare“ alcuni rossi, imboccare contromano una via all’altezza di via Solferino oltre che compiere alcune manovre azzardate nella fuga, come sorpassi di auto a destra. Il video non riprende però il momento dell’incidente, poiché la gazzella dotata di telecamera a un certo punto perde di vista lo scooter.
La tragica fase finale sarebbe stata ripresa da un giovane testimone, e i carabinieri a suo dire gli avrebbero chiesto di cancellare il video dallo smartphone: per questo è aperto un filone d’inchiesta per frode personale, depistaggio e favoreggiamento, che ha portato a perquisizioni nei confronti di 6 carabinieri presenti quella notte. “A prescindere dal doveroso accertamento condotto dalla magistratura, i fatti evidenziano come ancora una volta i carabinieri rappresentino l’unico presidio di legalità”, afferma Vincenzo Romeo, segretario di Pianeta sindacale carabinieri. Intanto la raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe per sostenere il “vice brigadiere indagato per aver assolto al suo dovere” ha superato i 50mila euro.