Staffette illegali, animali sequestrati, cucciolate casalinghe invendute, allevamenti abusivi, abbandoni da sfratto, l’ormai conclamata emergenza di bull e molossoidi: torna il randagismo, collassano i rifugi. E un nuovo allarme parte dalla Lega per la Difesa del cane e dal rifugio di Segrate: "Comuni che non hanno più luoghi dove portare i randagi, rifugi che non possono più accogliere. Siamo, ancora una volta, in emergenza". La ricetta? Nuove strutture, certo. "Ma non basta - così Elisa Cezza, referente della sezione milanese della Lega del Cane e dello storico rifugio segratese -. Ci vuole un approccio di respiro ampio, a più azioni". È un momento difficile questo per le associazioni che gestiscono rifugi e si occupano di problematiche animali. L’altro giorno, firmato dalla sezione milanese della Lega, una lunga nota d’allarme. "Troppi fattori incrociati portano oggi il cane in canile. Ma le strutture esistenti sono over quota o lo saranno presto e i comuni sono costretti a sottoscrivere convenzioni con rifugi lontani, andando in deroga al regolamento regionale". Al rifugio di Segrate sono attesi a giorni 24 cani e sedici gatti frutto di un sequestro, "vicende complesse - così Cezza -, spesso tristi. Ma la situazione si fa ingestibile". Le azioni possibili: "I Comuni hanno la competenza di realizzare canili comunali: è arrivato il momento di considerare questa ipotesi. Serve una formazione obbligatoria dei proprietari di cani. Va prevenuto l’accumulo compulsivo. In questo senso si potrebbe attivare una red alert all’anagrafe animali che rilevi quando un soggetto ne detiene in eccesso. Contrasto a staffette illecite e stalli non conformi. E serie politiche anti randagismo al sud".
Monica Autunno