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Rapinata un'impiegata all'ospedale Sacco: "Ora più luce e nuove telecamere"

Promessa del dg dopo l’aggressione. I sindacati: fate presto

bar Il bar estivo mai aperto nell’ospedale: gestori hanno rinunciato per i furti notturni

Milano, 2 febbraio 2017 - Un'impiegata dell’ospedale Sacco è stata rapinata mentre usciva dal lavoro. È successo il 16 gennaio, in ospedale: andava a prendere la macchina al parcheggio, era nei pressi del padiglione 16, un’area poco illuminata. Erano le 19, stava telefonando quando s’è sentita puntare alla nuca quella che sembrava una pistola, e buttare per terra: le hanno strappato borsa e cellulare e l’hanno lasciata col sangue dal naso, a vagare prima di trovare aiuto, farsi accompagnare in pronto soccorso per una lastra (niente di rotto), chiamare il 112 perché al posto di polizia non c’era nessuno in quel momento. La donna, che ha denunciato la rapina al commissariato di Lambrate, aveva notato un’Alfa scura procedere lenta sul vialetto.

In quei giorni la sbarra dell’ingresso riservato ai dipendenti non funzionava. «Ma non basta ripararla», sospira Davide Monterisi della Rsu, un sindacalista che da anni insiste sul problema di sicurezza dell’ospedale: struttura anni ’30 a padiglioni, un vasto labirinto circondato da periferie toste che fanno del parco tutt’altro che un giardino. Due anni fa alcuni passanti salvarono una donna da un’aggressione sessuale in un parcheggio interno. In anni più lontani un Oss fu rapinato mentre trasportava in auto dei materiali in laboratorio. Di recente, un pezzo di recinzione sul confine di Baranzate è stato divelto. Nei pressi del padiglione 16 una struttura vetrata mostra sedie nuove malinconicamente ribaltate sui tavoli: i gestori della mensa l’estate scorsa hanno provato ad aprire un bar esterno; hanno rinunciato dopo il secondo furto notturno. «I lavoratori continuano a segnalarci che manca sicurezza – sottolinea Monterisi –. Non è una novità, ma non ci si può rassegnare: le istituzioni devono investire in illuminazione, telecamere, colonnine Sos e guardie giurate».

Il direttore generale Alessandro Visconti, da un anno alla guida dell’Asst Sacco-Fatebenefratelli, conosce il problema. E intende affrontarlo in maniera strutturale: nel piano d’investimenti che la Giunta regionale dovrebbe licenziare a breve ci sono 17,5 milioni per il Sacco. Visconti assicura che «potenzieremo l’illuminazione e investiremo 300 mila euro in un impianto di videosorveglianza moderno». Per ronde di vigilantes un’area così vasta i soldi non basteranno, ma la compagnia dei carabinieri di Porta Magenta «ha incrementato i pattugliamenti in auto» all’interno dell’ospedale.