NICOLA PALMA
Cronaca

Colpo nel super hotel, gang rapina truffatrice: ma i soldi sono falsi / FOTO

La banda è stata arrestata

Soldi falsi e armi sequestrati

Milano, 17 luglio 2018 - Un raggiro da due milioni di euro... sventato da una banda di rapinatori armati. E una (presunta) truffatrice che reclama i 65mila euro (gli unici autentici tra le mazzette di banconote fasulle) nel frattempo sequestrati dalla polizia: «Sono di mio zio». Sembra un paradosso, e invece è proprio quello che è successo tre giorni fa all’hotel Hilton di via Galvani a Milano: per gli investigatori non è stato semplice ricostruire quanto accaduto, e ci sono ancora molti punti da chiarire. Partiamo da quello che è stato accertato finora dagli agenti di Upg e Squadra mobile. Sono le 16 di sabato, siamo in una saletta riservata del quattro stelle in zona Stazione Centrale: quel locale riservato è stato prenotato a inizio settimana da un uomo, che ha contattato la reception con un numero di telefono inglese. Al tavolo ci sono seduti una ragazza e quattro uomini, due indiani e altri due stranieri dei quali al momento si ignora la nazionalità.

Sono lì per chiudere un affare: forse uno scambio di valuta, in alternativa una compravendita immobiliare in contanti; fatto sta che in quella stanza dell’Hilton ci sono circa 2 milioni in pezzi di grosso taglio. A un certo punto, scatta l’irruzione: tre uomini con volto travisato entrano con le pistole in pugno e si fanno consegnare tutti i soldi, poi sfilano pure un Rolex dal polso della giovane. Ad attendere il gruppo c’è un quarto complice in macchina, al volante di un’Alfa 147 nera già segnalata come auto usata nel recente passato da rapinatori travestiti da poliziotti. L’intervento delle Volanti e dei Falchi della Mobile è rapidissimo, tanto che gli agenti, con l’aiuto delle segnalazioni in tempo reale di alcuni cittadini, riescono a individuare e bloccare il veicolo sospetto: i quattro fuggono nelle cantine di uno stabile, ma vengono inseguiti nei sotterranei. Uno, armato di semiautomatica, viene bloccato subito. Gli altri tre riemergono in strada, ma la loro fuga dura poche decine di metri: pure loro finiscono in manette, sigilli a un revolver risultato rubato qualche tempo fa durante un furto in abitazione in provincia di Pesaro. In cella finiscono così quattro albanesi di età compresa tra 21 e 27 anni, tutti con precedenti.

Finita qui? No, perché i poliziotti si accorgono che il denaro contenuto nel borsone è quasi tutto farlocco. In albergo, però, non c’è più nessuno: i rapinati si sono volatilizzati. Passa qualche minuto ed ecco ripresentarsi all’Hilton la ragazza, Patricia J., nata a Montreux nel 1997 e domiciliata nel Varesotto a casa della madre: «Quei soldi sono i miei», rivendica. Sia i 65mila euro veri che gli 1,935 milioni facsimili, evidentemente. Che la giovane, indagata per tentata truffa, stesse portando a termine un raggiro milionario pare sia stato confermato dalla voce maschile che ha prenotato la sala meeting: sembra che l’uomo abbia confermato alla polizia di aver effettuato la telefonata proprio per quel motivo. Restano comunque parecchi gli interrogativi a cui rispondere: cosa avrebbero dovuto dare in cambio gli indiani? Perché sono fuggiti? Chi ha avvisato i rapinatori dello scambio in corso? Pensavano davvero di mettere le mani su due milioni di euro o sapevano dell’imbroglio? Le indagini sono appena iniziate