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Il rapinatore ripreso dalle telecamere di videosorveglianza della farmacia
MILANO – Il primo precedente risale al lontano 1993, quando di anni ne aveva appena 19. Da allora, Pasquale Montanaro non si è mai fermato, alternando periodi trascorsi in carcere ad altri colpi dello stesso genere: reati contro il patrimonio, quasi sempre rapine aggravate. Come nel marzo del 2010, quando gli agenti della Squadra mobile lo ammanettarono insieme a Salvatore Russo, originario di Scampia, per una serie di raid in farmacie, banche e tabaccherie.
Stesso modus operandi: irruzione all’orario di chiusura con coltellini o taglierini in mano e frase di rito al dipendente di turno “Non muoverti, stai calmo e apri la cassa”. In quell’occasione, riportano le cronache dell’epoca, il nativo della foggiana San Severo e il complice erano scoppiati in lacrime davanti agli investigatori, confessando la serie di assalti (14 in tre mesi) per procurarsi i soldi per la droga e dicendosi pronti a cambiare.
E invece Montanaro ci è sempre ricascato: le banche dati delle forze dell’ordine rimandano notizie di reato (con conseguente pena) datate marzo 2011, dicembre 2011, marzo 2012, maggio 2012, dicembre 2013, agosto 2015, dicembre 2017, dicembre 2021, luglio 2022, dicembre 2022 e febbraio 2024. Un anno dopo l’ultimo blitz e a meno di due mesi dall’ok del Tribunale alla misura dell’affidamento in prova in una comunità terapeutica nel Lodigiano, Montanaro è tornato in azione, finendo a San Vittore.
Ore 12.05 di giovedì, la centrale operativa di via Fatebenefratelli invia un alert a tutti gli equipaggi in strada: “Rapina in farmacia”. Nel mirino è finita la Benu83 di viale Monza 226. I primi ad arrivare con sirena e lampeggiante sono i poliziotti della Adriatica bis, la Volante del commissariato Greco Turro guidato dal dirigente Carmine Mele: conoscono il territorio e sanno che probabilmente l’uomo, che ha una cicatrice sul sopracciglio a renderlo riconoscibile, è sceso alla fermata Precotto della M1 per scappare su uno dei treni in arrivo. È l’intuizione giusta: Montanaro viene fermato su un vagone di un convoglio in partenza e riportato sulla banchina. Con sé ha un ombrello rosso, particolare subito notato dai derubati. Il cinquantenne conferma: “Sono io”.
Nelle tasche dei pantaloni nasconde un paio di forbici e i 450 euro appena prelevati con la forza dalle casse; dal borsello spunta pure una seconda giacca, che con ogni probabilità il rapinatore avrebbe indossato in metrò per cambiarsi d’abito e complicare il lavoro degli investigatori. Le immagini registrate dal circuito interno di videosorveglianza non lasciano dubbi: il rapinatore ripreso dagli occhi elettronici indossava gli stessi vestiti che ha addosso Montanaro. D’intesa con la pm di turno Ilaria Perinu, l’uomo viene portato in cella, in attesa dell’udienza di convalida. Ancora una volta.