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La presidente del Tribunale per i minorenni di Milano Maria Carla Gatto esprime preoccupazione per i disagi giovanili
di Marianna Vazzana
Uno studente Erasmus accolellato mentre difendeva un amico da rapinatori ieri notte. A poco più di un giorno di distanza dall’aggressione con fendenti ai danni di un diciannovenne fuori dal centro commerciale Merlata Bloom. Violenze quotidiane su cui riflette anche la presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, Maria Carla Gatto.
Un’escalation che la preoccupa? "Esamino il fenomeno da tempo. Nella mia relazione, che ho presentato all’apertura dell’anno giudiziario, ho evidenziato proprio l’incremento della violenza nella commissione dei reati. Spesso si tratta di violenza “gratuita”, azioni che vengono commesse indipendentemente dal diretto vantaggio economico e quasi sempre con uso di armi come in questi ultimi casi. Azioni “in branco“. In gruppo. In compagnia degli altri scatta la de-individualizzazione e il desiderio di conquistare l’approvazione sociale, purtroppo anche con queste condotte devianti".
Quanti sono stati i ragazzi detenuti al Beccaria, lo scorso anno? "Tra il 1° luglio 2023 e il 30 giugno 2024, in totale 245, di cui 113 minori stranieri non accompagnati. Viene confermato il trend negativo dell’anno precedente in cui i detenuti stranieri erano stati 252, di cui 130 i minori non accompagnati. L’incremento di questi giovani è un fenomeno legato agli ultimi due anni ed è ben evidenziato dai numeri: si passa dai 37 relativi all’anno giudiziario 2021-2022 ai 113. Molte delle 107 convalide di arresto e fermo e delle oltre 250 ordinanze di applicazione di misure cautelari del primo semestre 2024 vedono quali protagonisti autori minori stranieri non accompagnati infrasedicenni. Questi ragazzi dalle storie difficili e dai vissuti traumatici che arrivano qui dopo estenuanti viaggi, senza aver alcun legame familiare sul nostro territorio, spesso sono portatori di disagio psico patologico aggravato dalla dipendenza da sostanze. Per far fronte a questi nuovi bisogni occorrerebbero interventi mirati".
Ci sono anche misure cautelari che dispongono il collocamento in comunità, non eseguite? "In questi giorni sono 20 le misure che attendono di essere eseguite. Ma si sta lavorando in tal senso e c’è una buona notizia: è stata inaugurata la prima comunità sperimentale socio-rieducativa per minori in esecuzione penale o in misura cautelare, risultato raggiunto grazie alla collaborazione fra Dipartimento di Giustizia minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia e Regione Lombardia. La comunità ha sede a Casteggio (Pavia) e può accogliere fino a 12 minori o giovani adulti, con polidipendenze o problematiche comportamentali. E presto altri due istituti, a Como e a Brescia, accoglieranno altri 12 soggetti ciascuno".