ANDREA GIANNI
Cronaca

Reddito di cittadinanza al bivio, 27mila da ricollocare: solo due su cento trovano lavoro

I centri per l’impiego rischiano il collasso, in autunno sono previsti 50mila disoccupati in più in carico

Il reddito di cittadinanza è legato alla riforma dei centri per l’impiego

Il reddito di cittadinanza è legato alla riforma dei centri per l’impiego

Milano, 17 luglio 2020 - L’impresa, già titanica in epoca pre-coronavirsu, alla luce della crisi economica rischia di diventare impossibile. Anche perché a settembre i centri per l’impiego, al centro di una ambiziosa riforma che rischia il flop, potrebbero collassare per il raddoppio, secondo le previsioni, del numero complessivo di disoccupati in carico. Sono 27.386, secondo gli ultimi dati disponibili, relativi a giugno, i beneficiari del reddito di cittadinanza che devono sottoscrivere il patto per il lavoro nei centri per l’impiego della Città Metropolitana, la metà a Milano città.

Persone che in alcuni casi percepiscono soldi da più di un anno, ossigeno nella crisi, e ora dopo lo stop ai percorsi imposto dalla pandemia devono affrontare il secondo step della misura bandiera del M5s, cioè trovare un lavoro per abbandonare l’assistenza pubblica. Un obiettivo che rischia di rimanere solo sulla carta. Finora i centri per l’impiego di Afol Metropolitana hanno convocato 6382 beneficiari e, dopo il blocco dovuto all’emergenza sanitaria nel corso della quale il Governo ha sospeso la condizionalità, gli operatori dei centri per l’impiego e i navigator stanno riprendendo i contatti da remoto. "Sono persone difficilmente ricollocabili perché mancano di competenze – spiega Maurizio Del Conte, presidente di Afol – e il mero incrocio della domanda e dell’offerta, in una congiuntura tra l’altro sfavorevole, rischia di essere uno spreco di risorse e una ulteriore frustrazione". Finora solo il 2-3% ha trovato lavoro: è scomparso dal bacino dei beneficiari del reddito ed è riapparso nelle comunicazioni obbligatorie per l’avviamento al lavoro. Per questo Afol ha avviato un progetto pilota, che potrebbe essere lanciato su scala più vasta, rivolto a 30 beneficiari. Stanno seguendo formazione per banconisti e magazzinieri, entro la fine dell’anno dovrebbero fare il loro ingresso in aziende partner. Uno scenario nel quale si inserirà anche il prevedibile boom di disoccupati quando verrà meno il blocco dei licenziamenti e le aziende in crisi, che finora si sono “liberate“ dei precari, potrebbero applicare esuberi di massa. Afol prevede un raddoppio delle persone in carico, che ora sono 50mila (35mila attivi). "Rischiamo il collasso – sottolinea Del Conte – e non sappiamo ancora nulla del concorso regionale per l’assunzione di nuovo personale. Saremmo anche pronti a organizzarlo in autonomia".

E il futuro è un percorso a ostacoli anche sul fronte dei beneficiari del reddito, in situazioni ancora più fragili, presi in carico dai servizi sociali del Comune. Il bando per i Progetti Utili alla Collettività (Puc) non verrà pubblicato prima di settembre. "L’aspetto delicato di queste politiche assistenziali è il rischio che inducano alla passività rispetto alla qualificazione professionale – sottolinea l’assessore alle Politiche sociali Gabriele Rabaiotti – e la vera innovazione, affidata ai Puc, mi sembra ancora debole. Quel meccanismo non è per nulla automatico e naturale e richiede un lavoro assai complicato e delicato. In una grande città ci si misura con numeri giganteschi e con una diversificazione delle situazioni e delle ragioni della povertà che chiede una grande articolazione dei percorsi progettuali da proporre ai beneficiari del Rdc. Non sarà facile".