GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Milano, registro dei richiedenti asilo contro il decreto Salvini

Lo istituirà il Comune. Il sindaco: tuteliamo loro e i milanesi. Majorino al prefetto:non applicare questa legge

Ufficio immigrazione

Ufficio immigrazione

Milano, 15 febbraio 2019 - Il Comune è pronto a mettere a disposizione dei richiedenti asilo un registro nel quale possano inserire i dati personali e compensare così la perdita del diritto ad iscriversi all’Anagrafe vera e propria. Un registro di tipo amministrativo e a carattere sperimentale che dal punto di vista tecnico e legale attiene alla sfera dei “Servizi alla persona” ma che, secondo una sintesi spietata e consideratene le finalità, può essere definita un’anagrafe parallela. Politicamente il registro è la risposta della Giunta milanese al decreto Sicurezza firmato da Matteo Salvini, ministro dell’Interno e leader della Lega, come sottolineano gli assessori Pierfrancesco Majorino (Welfare) e Roberta Cocco (Servizi civici). In quel decreto, infatti, è stato inserito un comma che stabilisce, contrariamente a quanto avvenuto finora, che il permesso di soggiorno per richiesta asilo non costituisce titolo per l’iscrizione all’anagrafe comunale. Da qui il venir meno della possibilità di ottenere la residenza. Il punto è che il decreto non individua un altro documento che il richiedente asilo debba o possa procurarsi per poter essere ottenere la residenza anagrafica in un determinato Coune.

Il registro annunciato ieri in commissione dai due assessori si inserisce in questo vuoto e prova a colmarlo pur non potendo essere considerato un autentico registro anagrafico. Quali le finalità? Nelle intenzioni del Comune l’albo serve per sapere quanti migranti si trovino nella situazione fin qui descritta, di sapere chi siano, di tenerli dentro una rete di servizi, enti ed associazioni che continui a lavorare alla loro integrazione e di garantir loro in particolare quelle misure per i quali occorre l’iscrizione all’anagrafe. I servizi universali, proprio in quanto tali, come le cure sanitarie sono infatti riconosciuti a tutti, che si sia o no in regola coi titoli di soggiorno. Infine, chi si iscriverà al registro potrà avere una certificazione in carta ed inchiostro da esibire a terzi, quali proprietari di casa o datori di lavoro. Il valore legale del registro e del relativo certificato è tutto da valutare.

Da ottobre (mese nel quale è entrato in vigore il decreto) ad oggi sono stati 103 i richiedenti asilo che si sono visti rifiutare l’iscrizione all’anagrafe: «Noi – spiega a tal proposito la Cocco – stiamo comunque applicando la legge. Ma al tempo stesso vogliamo offrire un supporto». «L’obiettivo – sottolinea Majorino – è conoscere i richiedenti asilo domiciliati a Milano, ma anche mettere i dati del registro a disposizione di tutti gli enti che possano essere interessati, quali Inps, Ats, strutture sanitarie e scuole, in modo da facilitare l’accesso ai servizi a chi ne ha diritto». Non è finita. Ieri in commissione sono state presentate più misure per i migranti in reazione al decreto Salvini. Tra queste la costituzione di una «rete civica» e il lancio di un bando per istituire un pronto intervento sociale e diurno. Misure rivolte, stavolta, a quanti sono costretti a lasciare i centri di accoglienza perché il decreto non riconosce più i permessi per la protezione umanitaria, quelli che, dice Majorino, cambieranno il loro status diventando clochard. «Sono 800 i senzatetto creati dal decreto Salvini a Milano» ribadisce l’assessore prima di chiedere alla Prefettura «di non applicare la legge nella parte relativa alla cessazione del percorso accoglienza e di iscrivere il domicilio nell’ambito del permesso di soggiorno». In serata sul tema interviene anche il sindaco Giuseppe Sala: «A noi interessa la tutela dei richiedenti asilo. Vogliamo garantire una tutela minima sulla sanità e agevolare la ricerca di un lavoro: quindi da un lato integrazione, dall’altro garanzie».

La giunta aveva ipotizzato di far approvare il provvedimento in Consiglio comunale, strada però sconsigliata da più di un consigliere di maggioranza perché si ritiene sia meglio evitare i tempi lunghi dell’aula. E Sala è dello stesso avviso: «Bisognerebbe fare un po’ rapidamente quindi con Majorino discutevamo di fare un registro sperimentale con una delibera sperimentale e poi nel momento in cui funziona troveremo le formule per rendere tutto più solido e duraturo. Il passaggio dal Consiglio dilaterebbe i tempi perché abbiamo due temi importanti come il Piano di governo del territorio e il Bilancio, su cui dobbiamo arrivare entro fine marzo». Le opposizioni insorgono. «Majorino e il Pd mettono il Comune di Milano nelle condizioni di essere la prima amministrazione ad essere accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina» attacca il capogruppo della Lega, Alessandro Morelli. «Urge sicuramente attivare i centri per il rimpatrio e le procedure di espulsione non utilizzare l’anagrafe per fare propaganda» dichiara Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia. Infine il Movimento 5 Stelle: «Se il Comune vuole fare il registro per aiutare le persone, siamo pronti a dare il nostro supporto. Se lo vuol fare per attaccare il Governo, invece no» sentenzia il consigliere Gianluca Corrado.