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Rete Musa: entra anche la Cattolica. In due anni aperte più di 300 posizioni di ricerca

L’ateneo guidato dalla rettrice Elena Beccalli si unisce a Bicocca, Statale, Politecnico e Bocconi, oltre ad altri 26 attori pubblici e privati. Di cosa si occupa il progetto

Giovanna Iannantuoni, presidente Musa, con Elena Beccalli, rettrice della Cattolica

Giovanna Iannantuoni, presidente Musa, con Elena Beccalli, rettrice della Cattolica

Milano, 9 marzo 2025 – Sulla carta il progetto - nato con fondi del Pnrr - “scadrebbe“ nel 2025-26, ma sono appena entrati nuovi soci e altri stanno chiedendo di fare parte di Musa (Multilayered Urban Sustainability Action). Cresce l’ecosistema della ricerca con l’ingresso della quinta università, la Cattolica, che si unisce a Bicocca, Statale, Politecnico e Bocconi e ad altri 26 attori pubblici e privati.

“L’ingresso di nuovi soci è fondamentale per assicurare un futuro dopo il Pnrr”, aveva sottolineato a dicembre, in occasione del secondo compleanno di Musa, la rettrice di Milano-Bicocca e presidente di Musa, Giovanna Iannantuoni. Che nei giorni scorsi ha firmato un protocollo d’intesa con la rettrice Elena Beccalli, dopo il passaggio in Cda. Cattolica entrerà progressivamente nelle attività già aperte e svilupperà nuove linee di ricerca in aree strategiche, con particolare attenzione alle tematiche della rigenerazione urbana, della sostenibilità, dell’innovazione d’impresa e della governance finanziaria.

La collaborazione

“L’ingresso dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nel consorzio Musa rappresenta un’opportunità di virtuosa collaborazione strategica con gli altri atenei milanesi, a conferma del valore che attribuiamo al lavorare in rete – spiega la rettrice Beccalli –. È altresì un laboratorio privilegiato per mettere a punto innovazioni e progettualità interdisciplinari che si potranno tradurre in azioni concrete a beneficio della città”.

I ricercatori di Cattolica si aggiungeranno agli oltre mille già al lavoro su cento linee di attività. L’ecosistema dell’innovazione è stato finanziato con 110 milioni di euro dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In questi due anni sono state aperte più di 300 nuove posizioni di ricerca e il 54% dei nuovi dottorandi, collaboratori e tecnologi assunti è donna.

Sono già state prodotte oltre 70 pubblicazioni e Musa ha attivato numerosi bandi a cascata – per un valore complessivo di 15 milioni di euro - con l’obiettivo di sviluppare il modello di rigenerazione urbana anche nelle regioni del Sud Italia.

Il ruolo della Cattolica

“Le aree tematiche che impegneranno il nostro ateneo, con le sue 12 Facoltà distribuite sul territorio nazionale riguardano i processi di rigenerazione urbana dal punto di vista sociale e ambientale, le politiche di sviluppo urbano e locale in termini di governance e aspetti finanziari, l’innovazione sostenibile delle imprese, in particolare quelle dei settori caratterizzanti la struttura produttiva dell’area milanese e lombarda”, precisa Beccalli.

“La firma di questo protocollo segna l’inizio di un percorso di crescita reciproca – sottolinea la rettrice di Bicocca, Giovanna Iannantuoni –. Musa, nato tre anni fa come risposta positiva all’occasione unica rappresentata dal Pnrr, continua a consolidarsi come polo di riferimento per l’innovazione, capace di aggregare realtà di eccellenza e creare sinergie ad alto valore aggiunto. L’Università Cattolica, con il suo patrimonio di ricerca e competenze, rappresenta un tassello fondamentale per rafforzare la nostra missione di sviluppo sostenibile e innovazione urbana”.

Tra i progetti attivi, “Towards a Sustainable and Inclusive Mobility Ecosystem” che indaga i flussi, la domanda di mobilità e le percezioni degli studenti; nasi elettronici per stanare in tempo reale i picchi di emissione di odori negli impianti, migliorando la gestione ambientale e la qualità dell’aria; si studia l’intelligenza artificiale - e il suo uso consapevole nelle aziende - con il progetto “Hh4ai”e , per quanto riguarda la trasformazione urbana di Milano, è stata rigenerata e “sensorizzata“ piazza della Scienza, un laboratorio a cielo aperto.