Erano stati “sloggati“, disconnessi dalla app senza alcun preavviso, perdendo la possibilità di lavorare. Ma per una volta si è conclusa con un lieto finale, senza passare attraverso cause giudiziarie, la disavventura di alcuni rider di Glovo che avevano subito il “licenziamento“ dell’era della gig economy. "Sono stati riammessi grazie all’azione legale intrapresa dal nostro team a tutela dei nostri assistiti", spiega il sindacato metropolitano Deliverance Milano. "È bastato infatti impugnare il contratto per il riconoscimento della natura del rapporto di lavoro a mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno – prosegue – e abbiamo ottenuto il reintegro repentino dei corrieri coinvolti, a cui finalmente è stato riaperto l’account, dopo numerosi tentativi, andati a vuoto, da parte dei fattorini, di mettersi in contatto con la piattaforma attraverso i canali di comunicazione aziendale, sempre farraginosi e poco attenzionati dal supporto rider". Casi analoghi, in passato, sono finiti al centro di contenziosi davanti al Tribunale del lavoro.
Per il sindacato, la riammissione senza passare da un provvedimento del giudice è "un ulteriore elemento di avanzamento significativo da parte di tutto il movimento rider" perché "si apre un nuovo varco nel muro delle società del delivery e un altro tabù cade". Intanto Just Eat ha formalizzato l’assunzione di oltre mille rider nella Città metropolitana con il contratto di lavoro subordinato regolato dal contratto della logistica e trasporti. Un passaggio che, dopo che lo scorso 29 marzo è stato firmato l’accordo con Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti, sta interessando tutti i ciclofattorini nelle città dove è presente la multinazionale olandese.
Andrea Gianni