
Un frame del video realizzato da una persona che ha assistito alla scena in zona Porta Venezia
Milano – La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, e anche sul fronte del risarcimento per Influence è arrivata una doccia fredda, sotto forma di una risposta kafkiana ricevuta dal suo legale, l’avvocato Luigi Vitali. Il rider nigeriano di 31 anni, investito sulla pista ciclabile di corso Venezia la sera del 29 novembre 2022 da una persona alla guida di una minicar, che poi è fuggita, non ha diritto ad accedere al Fondo di garanzia per le vittime della strada, istituito anche con lo scopo di risarcire le vittime di incidenti quando l’autore resta ignoto o quando è privo di copertura assicurativa. “Come da verbali autorità in nostro possesso – è la stringata comunicazione della compagnia assicurativa che si è occupata della pratica – il fatto non rientra nella normale circolazione stradale ma trattasi di investimento volontario, per il quale reato non è prevista la gestione a carico del Fondo”. Non un incidente, quindi, perché l’autista ha puntato verso Influence investendolo deliberatamente, come è emerso dalle indagini della polizia locale coordinate dalla pm Simona Ferraiuolo. Influence, il 29 novembre 2022, stava tornando a casa attorno alle 22, dopo il turno di lavoro. All’incrocio fra corso Venezia e via Borghetto, come emerge dalla denuncia che presentò in Procura, incrociò un uomo “di età compresa tra i 40 e i 50 anni” alla guida di una minicar, che dopo aver “pronunciato una frase incompresibile” ha iniziato a “inveire nei suoi confronti”.
Un uomo che poi è tornato indietro per investirlo sulla pista ciclabile, “trascinandolo per alcuni metri” prima di fuggire. La scena è stata ripresa da un testimone, che ha consegnato un filmato amatoriale analizzato dagli investigatori assieme alle riprese delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona. La Procura ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti, ipotizzando il reato di lesioni personali stradali gravi o gravissime. Dai filmati si è riusciti a risalire ad alcuni numeri di una targa, i sospetti si sono concentrati su una persona ma, secondo quanto emerge dalla richiesta di archiviazione, non sono stati raccolti sufficienti elementi per poter arrivare a un processo.
“Influence, che ora vive in Piemonte e continua a lavorare come rider – spiega l’avvocato Vitali – non sa ancora chi lo ha investito e perché. Ha riportato danni permanenti, dovuti alla frattura biossea della gamba sinistra, e in aggiunta gli è stato negato anche l’accesso al Fondo di garanzia per le vittime della strada. Le piattaforme, inoltre, non corrispondono alcun tipo di indennizzo ai rider, che sono inquadrati come lavoratori autonomi”. Una battaglia che non è finita, perché il legale porterà avanti una causa davanti al Tribunale civile per chiedere l’accesso a un fondo che, almeno in teoria, è stato istituito proprio per tutelare persone come Influence, uno dei tanti ciclofattorini che si guadagnano da vivere nella giungla delle consegne.