Milano – La protesta dei rider si riaccende a Milano, con al centro le richieste inascoltate di diritti e tutele per i lavoratori delle piattaforme. Ieri sera un gruppo di fattorini ha fermato le consegne e si è riunito in presidio in piazza Duca d’Aosta, davanti alla stazione Centrale. Una manifestazione analoga è andata in scena venerdì sera, quando circa 200 rider di Glovo e Deliveroo hanno scioperato e dalla piazza hanno fatto partire un corteo in bicicletta per le strade di Milano. Proteste spontanee e autorganizzate, appoggiate anche da sindacati come Nidil Cgil e Deliverance Milano, che aprono una stagione di nuove battaglie e iniziative che andranno avanti anche nei prossimi giorni per denunciare le condizioni di lavoro. Tra le richieste quella di un "pagamento minimo garantito, bonus più alti e rimborso per il mezzo", oltre a bloccare il taglio delle retribuzioni per i lavoratori, inquadrati come autonomi, delle piattaforme rimaste sul mercato dopo l’addio all’Italia di Uber Eats. E anche sul caso Uber Eats la trattativa per disegnare una sorta di “buonuscita“ per i rider lasciati a casa e rimasti senza ammortizzatori sociali dopo la decisione della piattaforma statunitense di abbandonare l’Italia si è conclusa nel nulla.
Tutte le sigle sindacali si sono ritirate infatti dal tavolo, mentre resta aperta la strada dei ricorsi in Tribunale. Inizialmente Uber aveva messo sul tavolo una somma di circa un milione di euro, come copertura per i rider che hanno lavorato negli ultimi sei mesi e che hanno effettuato almeno una consegna negli ultimi tre mesi. Da un “ristoro“ minimo di 55 euro per chi ha totalizzato poche consegne a un massimo di 5.800 euro per i più attivi. La previsione era quella di offrire una copertura a circa 2.200 fattorini a livello nazionale. Un’offerta inedita nel settore, che vede la maggior parte dei rider inquadrati come autonomi e quindi privi di ammortizzatori sociali, che però non è approdata a passi concreti. Intanto nella galassia del delivery restano sempre meno piattaforme sul mercato.
Dopo l’addio della turca Getir, preceduto dal ritiro della tedesca Gorillas, a spartirsi la torta restano Just Eat (società che a differenza delle altre inquadra i rider come lavoratori subordinati), Glovo e Deliveroo, oltre ad altre piattaforme più piccole. E restano irrisolti problemi che si trascinano da anni, come quello della sicurezza e delle retribuzioni. Il nodo rider, con una serie di proposte per migliorare le condizioni, venerdì è stato anche affrontato durante l’attivo regionale dei delegati della Filt-Cgil del settore trasporto merci, logistica e spedizioni, in vista della futura discussione sul rinnovo del contratto.