Milano, 23 luglio 2022 - Una giornata a pedalare sotto il sole, in una giornata con temperature record, fino a quando il fisico ha ceduto. Un rider di Just Eat giovedì sera, attorno alle 21, si è sentito male e ha perso i sensi durante il turno di lavoro in Città Studi. Ha prestato i primi soccorsi un “rider captain“, inviato dalla coordinatrice della flotta che il fattorino era riuscito ad allertare prima di svenire. Lo ha aiutato a riprendersi, poi lo ha accompagnato a casa a Milano. Il rider ha preferito non andare al pronto soccorso e oggi, ancora frastornato, si è fatto visitare dal medico di base. Ora è a casa in malattia.
Caldo record, rider sviene
Si tratterebbe di uno dei primi casi segnalati ai sindacati, almeno su Milano, anche se il caldo torrido e le alte temperature stanno mettendo alla prova chi per lavoro deve macinare chilometri in bicicletta sotto il sole. Il rappresentante sindacale della Filt-Cgil di Milano in Just Eat, Davide Contu, ieri ha scritto una lettera all’azienda, sollevando il problema. "Vorremmo essere messi a conoscenza riguardo alle misure straordinarie e urgenti che intendete implementare – scrive – per impedire che si verifichino ulteriori episodi che possano mettere a serio rischio la salute e la vita dei vostri dipendenti in questo periodo di caldo torrido straordinario". Caldo che spinge le persone a ordinare cibo o spesa via app, senza uscire di casa, con una mole di lavoro per i rider in una città che non si è ancora svuotata per le ferie estive. Con il rischio, conseguente, di colpi di calore e disidratazione. Il rider-sindacalista Contu, quindi, chiede a Just Eat, una delle piattaforme del delivery che ha scelto di assumere i fattorini con un contratto di lavoro subordinato, un intervento rapido e un cambio di passo. Le condizioni meteo erano già state al centro, nei mesi scorsi, di mobilitazioni e proteste, per il diritto di sospendere le consegne quando, in caso di temporali, aumenta il rischio di incidenti stradali.
"Fattorini spinti ad aumentare i ritmi col ricatto della performance"
Molto spesso – denuncia Contu – se un rider chiede una pausa per ragioni di sicurezza legate alle condizioni ambientali, non solo gli viene rifiutata ma subisce pregiudizio con la cancellazione del turno". Anche la spinta ad "aumentare la media oraria degli ordini completati", migliorando le performance, "inibisce per molti rider la richiesta di pause, per non incorrere nel rischio di mettersi in cattiva luce nei confronti dei coordinatori e dell’azienda". Tra le richieste, quindi, una pausa obbligatoria retribuita di almeno 15 minuti dopo ogni ordine; forniture di sali minerali da sciogliere nell’acqua per produrre bevande isotoniche; riduzione delle distanze di consegna. Quando un rider si sente male, inoltre, va "necessariamente richiesto l’intervento medico", perché "non si può pretendere che il dipendente abbia la necessaria lucidità in un frangente simile né la necessaria competenza tecnica per valutare il proprio stato da un punto di vista medico nonché l’idoneità per rimettersi alla guida del suo mezzo, anche fosse solo per il rientro a domicilio".