
L’imprenditore Francesco Barachetti
È stata ridotta in secondo grado, da cinque a tre anni di reclusione, la pena per l’imprenditore Francesco Barachetti, imputato in un filone processuale sul caso della compravendita del capannone di Cormano, nel Milanese, acquistato dalla Lombardia Film Commission, ente regionale, tra il 2017 e il 2018, con cui sarebbero stati drenati 800mila euro di fondi pubblici. Si tratta dello stesso procedimento che vede imputati anche il tesoriere della Lega Alberto Di Rubba, ex presidente di Lfc, e Andrea Manzoni, ex revisore contabile per il Carroccio in Parlamento, arrestati in passato nelle indagini milanesi. Devono essere ancora depositate le motivazioni della sentenza della Cassazione che, il 15 gennaio scorso, per Di Rubba e Manzoni ha dichiarato la prescrizione per l’accusa di turbativa e ha disposto un processo d’appello bis per rideterminare la pena per il peculato.
Per Barachetti la sostituta pg Celestina Gravina aveva chiesto di abbassare lievemente la pena da 5 anni a 4 anni e 9 mesi, confermando il peculato, ma assolvendolo dalle presunte false fatture, mentre la difesa, con l’avvocato Matteo Montaruli, aveva chiesto l’assoluzione anche dall’imputazione dall’accusa di peculato. Da parte della seconda sezione penale d’appello è arrivata la condanna a 3 anni per peculato con attenuanti generiche prevalenti.