
Le imprese artigiane attive sono 231.049: nell’ultimo trimestre dell’anno la Lombardia ne ha perse 1.262. I settori più penalizzati...
Le imprese artigiane attive sono 231.049: nell’ultimo trimestre dell’anno la Lombardia ne ha perse 1.262. I settori più penalizzati sono stati costruzioni (-542), produzione (-454) e trasporti logistica (-94), mentre i servizi alla persona sono in crescita (+44). Il bilancio emerge dal “Primo Focus 2025“ sull’andamento dell’economia regionale (+1,1% la proiezione di crescita del Pil nel 2025), realizzato da Cna Lombardia, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. Rispetto al periodo pre-Covid (dicembre 2019) il saldo di imprese risulta negativo di circa 10.500 unità (-4,4%). "Il calo delle imprese artigiane è un fattore significativo e preoccupante – afferma Giovanni Bozzini, presidente di Cna Lombardia –. Il nostro intento è porre nelle sedi opportune il tema di costruire forme di supporto al passaggio generazionale e alla diffusione dell’imprenditorialità, in una chiave di innovazione. Sul calo delle imprese artigiane ha un impatto profondo anche la cultura giovanile, che per anni è stata distolta dalle prospettive del lavoro manuale e del sapere, teorico e pratico, dell’artigianato". Nell’ultimo trimestre dell’anno solo Milano ha chiuso con un bilancio positivo: +125 imprese, +0,1%. Mantova (-287 imprese, -2,8%) e Varese (-435, il 2,2% in meno) invece hanno pagato il prezzo più alto. Simili le flessioni negli altri territori: Bergamo (-241 imprese, -0,8%), Sondrio (-31, lo 0,7% in meno) Brescia (-176, -0,5%), Cremona (-33, -0,4%), Monza (-68, -0,3%), Pavia (-43, -0,3%), Lecco (-24, -0,3%), Lodi (-17, -0,3%), Como (-32, -0,2%). In tutte le province ha pesato la difficoltà all’accesso al credito: nel 2024 le imprese hanno dovuto fare i conti con un calo dell’1,9% del valore dei prestiti dal mondo bancario. Una flessione che per le aziende di piccole dimensioni ha toccato il -7,8%.