Lo scontro era stato concordato con gli spagnoli, e avrebbe dovuto avvenire durante la trasferta dell’Inter a San Sebastian per la partita nei gironi di Champions League dell’anno scorso.
"Il pullman va fatto di gente giusta", spiegava al telefono Marco Ferdico ad Antonio Bellocco, durante una conversazione intercettata l’11 settembre dell’anno scorso.
Per portare le armi oltreconfine, però, serviva un sistema per evitare i controlli delle forze dell’ordine che sarebbero sicuramente scattati.
E così i tifosi hanno pensato di realizzare un vero e proprio “doppiofondo“ nel pullman per la trasferta, rivolgendosi per i lavori allo stesso carrozziere addetto alla riparazione dei mezzi della società di trasporti a cui si appoggiava il direttivo dell’Inter per le trasferte.
"Gli abbiamo fatto fare dei doppifondi – spiegava Ferdico svelando la preparazione della “spedizione“ oltreconfine – per mettere le armi dentro, così che quando fanno le perquisizioni non le trovano...".
Piani accurati per evitare le ispezioni delle forze dell’ordine, fino al ritrovo fissato nel parcheggio di Cascina Gobba per partire alla volta della Spagna.
E il calcio c’entra poco. "Ci ammazziamo di botte...", affermava infatti intercettato al telefono l’allora “frontman“ della Curva Nord Marco Ferdico, pregustando già lo scontro, concordato in precedenza con i tifosi rivali del Real Sociedad.
A Cascina Gobba in effetti poi è scattato - come da previsioni degli ultras - un controllo da parte delle forze dell’ordine, ma non sono state trovate armi, probabilmente proprio perché erano state occultate nei doppifondi. Missione compiuta, per gli ultrà. Armi come catene, tirapugni, spranghe e materiale infiammabile. Altro che passione sincera per il calcio.
A.G.