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Milano, 19 luglio 2021 - Lezioni tutte in presenza, dall’inizio dell’anno accademico, ma mantenendo il distanziamento. Che, tradotto, significherà ancora turnazioni, ma in base alla capienza effettiva delle aule, con lezioni in diretta streaming per chi non potrà raggiungere la classe. Atenei ancora alla finestra, in attesa di indicazioni più precise dall’alto, ma iniziano a farsi fitti gli incontri con le rappresentanze degli studenti e il personale medico per trovare la quadra e firmare il "decreto del rientro". Va in questa direzione la Bicocca, che dal cauto 30% delle presenze con il quale si è chiuso l’anno, si prepara a un’apertura, seppur graduale, col ritorno di tutti gli studenti, non solo delle matricole. "Partiamo da questo scenario, e siamo pronti a correre ai ripari se ce ne sarà bisogno, ma la priorità, come da indicazioni ministeriali, va data alla presenza – spiega il prorettore alla Didattica Maurizio Casiraghi –. Ovviamente con distanziamento e mascherine: i confini ci sono stati dati, anche se non tutti. In Bicocca contiamo di occupare le aule al 50%, a scacchiera".
La maggior parte delle aule ha posti fissi e non banchi mobili, si andrà di “rime buccali“ anche in università, calcolando il metro tra uno studente e l’altro. "Che non significa il 50% degli studenti in aula – precisa Casiraghi –, perché molte aule sono ampie e tutto dipende dai corsi, in molti casi parliamo di oltre il 70% delle presenze, soprattutto per le magistrali e gli ultimi anni delle triennali. Bisognerà prenotarsi con l’app e si andrà rotazione". Dal primo settembre tutti gli esami tornano in presenza. "Manterremo il doppio canale, e quindi la possibilità di sostenerli da remoto, sono nei “casi Covid“, per quarantene o per chi non si è potuto vaccinare per patologie", spiega il prorettore. È tempo di tornare, anche per i fuorisede. "Stiamo incontrando gli studenti e ascoltandoli per definire alcuni passaggi – prosegue –. Fino a che le aule saranno occupate al 50% resterà lo streaming, tutte sono attrezzate. Se il sistema regge, e speriamo sia così, immaginiamo di togliere prima di Natale il limite del 50% e di tornare alla normalità".
Quello che cambia, ed è in discussione anche negli altri atenei, è la registrazione delle lezioni. In Bicocca era obbligatoria, si sta valutando di dare una doppia possibilità ai docenti: streaming o registrazione (o anche entrambi). "In Statale si sta valutando di sospendere la registrazione – dice Luca Vezzoli, rappresentante in Cda degli studenti per UniSì –. Ma abbiamo chiesto un ripensamento perché non tutti i fuorisede torneranno, vista l’incertezza del momento e anche i problemi economici subentrati. Dal momento in cui la connettività non è omogenea in tutto il Paese e mancano ancora device nelle famiglie, il poter seguire anche in differita sarebbe utile per questo primo semestre". Tema caldo: laboratori. "Sono il fiore all’occhiello – sottolinea Casiraghi – e non si prestano ad attività da remoto. Puntiamo alla presenza al 100% ma stiamo cercando di capire come".
Quanto allo scaglionamento degli orari - previsto col “Patto per la città“ siglato in prefettura nei mesi scorsi - per Bicocca "sarebbe impossibile da coniugare al ritorno in presenza": "Già limitando al 50% la capienza delle aule contribuiamo ad alleggerire i flussi, anche sui mezzi di trasporto. Una limitazione oraria non ci permetterebbe di gestire l’attività didattica". Lauree in presenza, con due parenti al massimo: da settembre cambierà, come già successo alla Statale, che ha aperto a uno spettatore in più. Confermato il “fondo Covid“ per venire incontro alle famiglie più colpite sul fronte economico: "Lo abbiamo rifinanziato – conferma il prorettore della Bicocca –, ci sono arrivate 150 richieste, tutte motivate e coperte".