"Se non semplifichiamo le procedure, faremo molta fatica a spendere questi soldi". È questo l’allarme lanciato ieri mattina da Arrigo Giana, direttore generale di Atm e presidente di Agens, l’associazione della Confindustria che rappresenta una parte delle aziende di trasporto. Parole proferite nel corso del suo intervento ad E-Mob, il festival della mobilità elettrica ospitato a Palazzo dei Giureconsulti e lungo via Dante. Parole, quelle di Giana, riferite ai 3,6 miliardi di euro previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per il rinnovo delle flotte del trasporto pubblico locale. A preoccupare il direttore generale di Atm sono i tempi necessari affinché siano esaudite tutte le procedure necessarie per l’effettiva liquidazione dei fondi e per il loro utilizzo. Tempi che potrebbero rivelarsi incompatibili con il vincolo posto dall’Unione Europea: i fondi trasferiti nell’ambito del PNRR devono essere spesi entro il 2026, pena la loro revoca.
Da qui parte Giana, che parla anche e soprattutto in qualità di presidente di Agens: "I fondi ci sono e sono significativi: il comparto del trasporto pubblico non ne ha mai avuti a disposizione così tanti. Il punto è quando riusciremo ad averli e a spenderli. Ancora non si conoscono le modalità di distribuzione di queste risorse – spiega Giana –, credo che le attività dei ministeri per i prossimi 6 mesi si concentreranno su questo aspetto. A quel punto (e si è già a metà del 2022 ndr) le aziende dovranno indire gare pubbliche per assegnare i contratti e questo richiederà altro tempo. Poi, una volta assegnare le gare, si apre il capitolo dei ricorsi ai tribunali amministrativi che mettono le aziende nella condizione di non poter assegnare le gare nei tempi stabiliti e, soprattutto, di non poter più controllare in alcun modo i tempi entro i quali queste vengono assegnate. Se non si semplificano le procedure e se non si sveltiscono i tempi, rischiamo di avere a disposizione i soldi quando è già tempo di restituirli". La richiesta al Governo è di attivare procedure straordinarie che possano aggirare gli incagli ordinari nei quali incappano gare e progetti. Nel dettaglio, come noto, Atm, anche grazie ai fondi del PNRR, prevede di poter mettere in strada 1.200 bus elettrici entro il 2030. Entro la fine dell’anno in corso quelli in servizio dovrebbero salire a 200. La sostituzione degli autobus diesel con quelli a trazione elettrica provocherà una radicale revisione dei depositi. Quello in programma in viale Toscana sarà sotterraneo in modo da poter ricavare spazi e verde in superficie e – spiega Giana – "restare del tutto coerenti con la scelta della sostenibilità".
Nel frattempo le corse di bus, tram e metropolitane continuano a non risentire delle assenze dei dipendenti che non hanno provveduto ad ottenere il Green Pass o di quelli che si sono messi in malattia, la cui percentuale, in questi giorni, continua ad essere superiore del 15-20% alla media giornaliera. Per l’esattezze, i dipendenti senza certificati verdi si sono dimezzati rispetto ai 272 censiti venerdì 15, primo giorno di validità dell’obbligo di green pass nei posti di lavoro.
Giambattista Anastasio