Quasi un milanese su quattro è più a rischio di problemi cardiovascolari durante le ondate di calore. E ci sono quartieri molto più vulnerabili rispetto altri: tra Corso-Buenos Aires e Porta Venezia l’allarme è decisamente più alto rispetto a Gorla-Precotto e Porta Magenta, dove fontanelle pubbliche e spazi verdi aiutano.
La mappa “del rischio“ è stata realizzata - utilizzando anche l’intelligenza artificiale - dal D-Hygea Lab del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, in collaborazione con l’Areu, Agenzia Regionale Emergenza Urgenza. L’intero studio è stato pubblicato sulla rivista “Population and Environment“.
Sotto la lente l’impatto delle ondate di calore sulla salute cardiovascolare dei residenti di Milano. Sono state analizzate 64.881 emergenze cardiovascolari - registrate tra il 2017 e il 2022 - e sono stati tracciati, in particolare, 114 giorni di caldo estremo, definiti come quelli con una temperatura apparente superiore al 95esimo percentile. La giornata più calda è stata il 27 giugno 2019, con una temperatura media di 36 gradi centigradi.
Le zone più vulnerabili con più residenti? Buenos Aires, Porta Venezia, Porta Manforte, Loreto, Casoretto, Nolo, via Padova - Turro, Crescenzago e Quartiere Gallaratese, Quartiere San Leonardo e Lampugnano. I distretti invece con molti residenti e bassa vulnerabilità sono Gorla Precotto, Villapizzone, Porta Magenta, Chiesa Rossa.
"In 18 distretti altamente vulnerabili - dove abita il 23% dei milanesi - il rischio di emergenze cardiovascolari aumenta del 22% durante i giorni di caldo estremo rispetto alle giornate normali. Al contrario, in 20 distretti a bassa vulnerabilità, l’aumento del rischio non è significativo", spiegano dal Politecnico.
A influire sono anche altri fattori ovviamente, come la percentuale di anziani. Ma pure la densità di fontanelle e il verde hanno il loro impatto. "Milano è stata suddivisa anche in tre cluster socio-urbanistici – sottolineano dall’ateneo –: centrale, residenziale e periferico. In questi cluster, cinque variabili chiave (temperatura superficiale, densità di fontanelle, percentuali di anziani, donne e laureati) hanno un impatto significativo sulla vulnerabilità cardiovascolare durante il caldo".
Per quanto riguarda i “Nuclei di identità locale“ (Nil) altamente vulnerabili, oltre 210.000 residenti (66% dei residenti totali nei Nil ad alta vulnerabilità) sono concentrati nel cluster “centrale“; nei Nil a bassa vulnerabilità quasi 200.000 residenti (70% della popolazione dei Nil meno vulnerabili) risiedono nella parte residenziale della città.
"Questo studio permette di visualizzare chiaramente dove e come il calore estremo influisce sulla salute cardiovascolare dei cittadini – spiega Enrico Gianluca Caiani, docente di Bioingegneria al Politecnico di Milano, che ha condotto lo studio insieme ai ricercatori Julia Nawaro e Lorenzo Gianquintieri –. Questi dati possono guidare politiche mirate, come l’aumento di coperture verdi nei quartieri più vulnerabili".
Sono già state attivate collaborazioni con il Comune di Milano, con la partecipazione anche a progetti internazionali, come “Urbana“ dell’Agenzia Spaziale Europea, che approfondisce il tema del calore urbano attraverso dati satellitari.