
Riccardo Pala ha appeso all’esterno un cartello con l’invito rivolto ai bisognosi
Milano, 6 giugno 2020 - A bussare alle porte del suo ristorante si sono presentate finora una decina di persone. Uomini che durante l’emergenza Covid hanno perso il lavoro, donne in dolce attesa e in difficoltà economica, madri che in questo periodo hanno dovuto aiutare i figli già grandi, senza sussidi pubblici. A tutti Riccardo Pala, 53 anni, titolare della Trattoria 18/28 di via Lodovico Muratori 27 nata 17 anni fa in zona Porta Romana, offre un pasto gratuito: "Un piatto di pasta o una cotoletta o una porzione di spezzatino con una bibita o acqua. Come dico a tutti, la povertà non è una colpa ma è un momento di transizione. Soltanto un disagio, che come tale va affrontato. Bisogna guardare al futuro e a me piace poter dare una mano". Pur nelle difficoltà che lui stesso sta affrontando, perché il lockdown ha lasciato il segno per tutti.
«Per ora siamo aperti solo a pranzo, dallo scorso 18 maggio, e la clientela scarseggia un po’ anche perché c’è ancora paura nell’entrare in un locale chiuso. Su 5 dipendenti solo due sono tornati operativi. In più abbiamo una marea di spese da affrontare: basti dire che per il mese di aprile, in cui la trattoria era chiusa, è arrivata una bolletta della luce da 443 euro". Ma tutto questo non gli impedisce di tendere una mano a chi sta peggio: una settimana fa ha appeso un cartello sulla parete trasparente del dehor con scritto "La trattoria si impegna a offrire pasti gratuiti a tutte le persone indigenti o cadute in povertà durante questo brutto periodo". Un messaggio che è stato rilanciato pure dai cittadini sulla pagina Facebook della social street Corso Lodi e dintorni. E "gli indigenti" sono arrivati in punta di piedi, chiedendo cibo da asporto e non sedendosi ai tavoli, come a voler essere invisibili.
«È arrivato un ragazzo originario di Catania, sui 35 anni. Lavorava in nero in un cantiere ma è stato mandato via durante l’emergenza, quindi si è ritrovato senza nulla, a vivere in camper e con la moglie incinta". Ancora, "due donne sui 55 anni. Una delle due ha perso il lavoro e ha un marito con un’occupazione precaria. L’altra, invece, ha aiutato i figli in questo periodo difficile". Tutti italiani, spiega. "Hanno visto il cartello e sono entrati. Io faccio loro scegliere dal menù quello che vogliono". Le donazioni non sono passate inosservate, tanto che due clienti hanno deciso di lasciare un contributo per sostenere l’iniziativa di solidarietà. "Io sono convinto che il bene genera bene". Non solo per gli uomini ma anche per gli animali. Non a caso, Riccardo Pala cura 7 colonie feline, di cui 5 a Milano (due a Rogoredo, una in zona Ripamonti e due vicino via Toffetti) e 2 a Rozzano, dove vive. "L’importante è impegnarsi mettendo sempre amore in ogni cosa. Il resto viene da sè".