Non aveva notizie di lei da una settimana. Mercoledì pomeriggio ha ricevuto la telefonata di un familiare della donna. Così l’uomo, un egiziano di 53 anni, si è recato di corsa in un albergo a due stelle di via Porpora e lì ha trovato in stato confusionale la sua amica, una quarantottenne di origine ucraina regolare in Italia e incensurata. L’ha presa con sé e l’ha riaccompagnata a casa sua, in zona Precotto.
Qualche ora dopo, attorno alle 22, ha chiamato il 112 per chiedere aiuto, e dai primi frammentari racconti della donna, che faticava a parlare, è emerso che in quella stanza d’albergo sarebbe stata picchiata e violentata da un uomo che con ogni probabilità conosce. Racconti adesso al vaglio dei carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Duomo, che stanno lavorando per rintracciare il presunto stupratore; acquisite anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nei pressi della struttura ricettiva, che potrebbero aver ripreso il volto dell’aggressore.
La donna è stata trasportata alla clinica Mangiagalli per essere sottoposta agli esami del caso: stando alle prime informazioni, sarebbero state riscontrate lesioni compatibili con una violenza sessuale. Dai primi accertamenti sarebbe pure emerso che la quarantottenne si è registrata in albergo il 28 aprile, cioè il giorno in cui l’amico ne ha perso le tracce. Cos’è successo tra quel momento e il pomeriggio del 5 maggio? La donna è stata costretta con la forza a rimanere per giorni in quella camera? È stata solo una persona ad abusare di lei?
Dopo il primo intervento nell’abitazione della quarantottenne da parte dei militari di Radiomobile e Compagnia Monforte, gli approfondimenti investigativi della Duomo si sono concentrati sulla stanza d’hotel occupata dalla donna: i locali erano già stati risistemati dagli addetti alle pulizie, ma lenzuola e asciugamani (con evidenti tracce biologiche) sono stati trovati in un ripostiglio e sequestrati per essere analizzati; così come sono stati acquisiti dai carabinieri gli indumenti che la donna indossava quando è stata soccorsa dall’amico. I militari hanno subito allertato la Procura, facendo scattare la procedura d’urgenza prevista dalla legge sul cosiddetto "codice rosso".Nicola Palma
Marianna Vazzana