SIMONA BALLATORE
Cronaca

Rivoluzione e rischi tra i banchi "Meglio utenti consapevoli che studenti truffaldini"

Pericoli e potenzialità, mentre si delegano alla macchina i lavori più umani. Di Fraia (Iulm): "Vietarla è come fermare l’oceano con secchiello e paletta". .

Rivoluzione e rischi tra i banchi "Meglio utenti consapevoli che studenti truffaldini"

di Simona Ballatore

"Gli sgamati non avranno problemi. Useranno altre piattaforme che possono fare lo stesso mestiere di ChatGpt o trucchi, alla portata di tutti. Ci sono già tutorial in rete. Ma il tema è un altro: ha senso fermare l’oceano con un secchiello e una paletta?". Così Guido Di Fraia, prorettore all’Innovazione e Intelligenza Artificiale all’università Iulm.

Quali sono i rischi e le potenzialità di strumenti simili per la didattica? Gli studenti copiano con ChatGpt?

"Nel mondo della formazione spesso guardiamo il dito anziché il problema, anche nei tentativi stessi di cercare di capire i meccanismi per trovare chi copia. E non riflettiamo abbastanza su un fatto: abbiamo a che fare con un software che porta con sé un cambiamento epocale. Al pari della stampa, dell’avvento del web, forse ancora più radicale al punto da far fatica a immaginare le conseguenze".

Preoccupanti?

"Non stiamo delegando solo funzioni meccaniche, lavori fisici, ma le caratteristiche che contraddistinguono l’essere umano: il linguaggio, la creazione di contenuti perfettibili, l’organizzazione della conoscenza. E siamo solo ai primi balbettii infantili di una tecnologia che sta crescendo a livello esponenziale".

Che fare?

"Vietare ha poco senso. Dovremmo ripensare ai nostri modi di fare le cose in maniera radicale. E far formazione anche alla luce dell’intelligenza artificiale. Stiamo cercando di farlo in università dove ChatGpt lo usavamo già, tanto che questa settimana saremo un po’ in difficoltà. La nostra idea è quella di creare utilizzatori consapevoli della tecnologia e non studenti truffaldini".

Anche tra i docenti c’è chi delega la creazione di compiti o la correzione di verifiche?

"Vale lo stesso concetto. La sfida è capire come costruire nuovi modelli formativi. Stiamo studiando anche il loro impatto per aiutare studenti con disagio o disabilità. C’è la possibilità di usare questi strumenti per l’ottimizzazione di processi. Io per esempio lo uso per costruire lo scadenzario delle lezioni. Si può farne un uso consapevole per la progettazione della didattica e ripensare alla formulazione stessa delle verifiche".

In che senso?

"Se chiedo cos’ha detto nel quarto canto della Divina Commedia Dante è ovvio che le possibilità che offrono queste macchine sono elevatissime e che uno studente sarà portato a sfruttarle. E il risultato non è neanche diagnosticabile: dalla ricerca della copiatura non se ne ricava nulla. Rimettiamo al centro invece l’unicità degli esseri umani, la soggettività, i suoi vissuti, che non sono sostituibili. Mettiamo in relazione il canto con le emozioni dello studente, agganciamo la verifica al tema dell’individualità. Ai divieti sostituiamo noi la creatività".