Dai big della logistica ai colossi del web. Dopo essere stato contesto ideale per gli operatori del trasporto e dello stoccaggio merci, che a più riprese vi hanno installato magazzini e centri di smistamento, l’hinterland di Milano sta vivendo una nuova rivoluzione industriale con l’arrivo dei data center, grandi strutture per la gestione e l’immagazzinamento dei dati informatici. La presenza di terreni ex agricoli o ex industriali già infrastrutturati, ossia vicini ad arterie stradali e vie di comunicazione, è considerata un valore aggiunto per questo genere d’insediamenti. E così, anche il Sud-Est Milanese risente del fenomeno, con costruzioni già cantierizzate, o destinate a prendere forma nel giro di qualche anno.
A Melegnano sono 500 le persone impiegate, a vario titolo, nel cantiere del costruendo data center di via Carpiano, nella zona industriale a Ovest del centro storico. L’intervento, a cura del colosso americano Vantage, interessa un’area ex agricola, la Bertarella, estesa su 123mila metri quadrati a ridosso dell’autostrada A1 e della linea ferroviaria dell’alta velocità. Il nuovo insediamento si comporrà di quattro edifici, il primo dei quali aprirà i battenti entro la prossima primavera. Il tutto alimentato da una centrale elettrica realizzata da Terna. Il data center impiegherà una cinquantina di dipendenti diretti.
L’operazione è vista con favore dall’amministrazione locale non solo perché consentirà di riqualificare un sito abbandonato da tempo, ma anche perché porterà con sé una serie d’interventi a beneficio della città. Come il progetto "Scuole verdi", con piantumazioni e opere di restyling nei cortili dei 6 plessi comunali. In arrivo inoltre una rotatoria tra via Carpiano e viale Repubblica. A Segrate sarà CyrusOne a realizzare un data center di ultima generazione, il Mil1. La struttura, un solo edificio distribuito su tre piani, si estenderà su 9mila metri quadrati all’interno dell’ex Cise, area dismessa di 7,5 ettari dove un tempo si svolgevano ricerche sul nucleare. La sua costruzione verrà completata in tre fasi, coi primi 9 megawatt d’information technology (su un totale di 27) operativi entro il terzo trimestre 2027. A compensazione, CyrusOne ha ceduto al Comune di Segrate, a titolo gratuito, il Golfo Agricolo, un’area verde di 660mila metri quadrati che è stata così acquisita a patrimonio pubblico. Non solo. L’intervento porterà in dote l’installazione di pannelli fotovoltaici su alcuni edifici pubblici e la riqualificazione di via delle Regioni, con la costruzione di una nuova strada snellisci-traffico.
A Peschiera Borromeo la Microsoft realizzerà un data center sui terreni dell’ex Postalmarket di San Bovio, 80mila metri quadrati dismessi da oltre vent’anni. Per il sito peschierese la società di Bill Gates ha annunciato l’utilizzo del 100% di energia rinnovabile, con pannelli fotovoltaici e sistemi di riuso dell’acqua piovana. Gli oneri di urbanizzazione, 11 milioni di euro in totale, prevedono la realizzazione di opere di compensazione a scomputo, come la creazione di un’area verde, la piantumazione di 1200 alberi, la creazione di due piste ciclabili e la cessione al Comune di un edificio di via Trieste.
Ma cosa pensa dei data center il fronte ambientalista? "Serve una cabina di regia per governare il fenomeno e rendere più appetibile, da parte degli operatori, la riconversione di siti industriali dismessi piuttosto che l’edificazione ex novo su terreni un tempo agricoli. In sostanza, bisogna disincentivare il consumo di suolo - è il parere di Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia -. Bisogna inoltre favorire la possibilità di convogliare verso i centri abitati l’energia in eccesso prodotta da queste strutture".
Secondo l’analisi del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), nel 2023, in Italia, altri 72,5 chilometri quadrati di territorio sono stati occupati da cemento, asfalto e altre coperture artificiali. È come se ci fossimo "mangiati" più di 2 metri quadrati al secondo. Una crescita delle superfici artificiali solo in parte compensata dal ripristino di aree naturali. Al netto delle superfici naturali ripristinate, il consumo di suolo in Italia nell’ultimo anno è stato pari a 64 chilometri quadrati, con un incremento dello 0,33% rispetto al 2022.