
Alessia Pifferi e Roberta Bruzzone
Milano, 11 marzo 2025 – Entra in campo come consulente delle parti civili, ossia della nonna e della zia della piccola Diana, anche la nota criminologa, docente, psicologa e volto tv, Roberta Bruzzone, nel processo d'appello a Milano a carico di Alessia Pifferi, condannata all'ergastolo in primo grado per omicidio volontario aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia di meno di un anno e mezzo, abbandonata da sola in casa per sei giorni.
Parti civili
zia della bimba, l'avvocato Emanuele De Mitri, che da sempre nel processo ha sostenuto le tesi della Procura col pm Francesco De Tommasi, cioè dell'omicidio volontario da parte di una donna lucida, ha nominato come propri consulenti Bruzzone e lo psichiatra Alberto Caputo per seguire i lavori della nuova perizia psichiatrica disposta nel secondo grado dalla Corte, in accoglimento della richiesta del difensore di Pifferi, l'avvocata Alessia Pontenani.
Il legale della nonna e dellaL’esame
Le nuove operazioni peritali, affidate dalla Corte d'Assise d'appello allo psichiatra Giacomo Francesco Filippini, alla neuropsicologa Nadia Bolognini e al neuropsichiatra infantile Stefano Benzoni, inizieranno il 26 marzo e dureranno 90 giorni.
Si dovrà accertare se la 39enne "sia affetta da patologie psichiche o disturbi della personalità caratterizzati da alterazioni clinicamente significative della sfera cognitiva" e se, nel caso, "tali condizioni possano dirsi di gravità tale da aver inferto sulle capacità di intendere e volere, escludendole del tutto oppure scemandole".
Primo grado
In primo grado una perizia aveva escluso vizi di mente. Si va verso la richiesta di processo, invece, nel secondo filone che vede indagati per falso e favoreggiamento l'avvocata di Pifferi, Alessia Pontenani, alcune psicologhe e lo psichiatra Marco Garbarini, consulente della difesa, per aver "manipolato", secondo il pm De Tommasi, la donna al fine di farle ottenere la perizia in primo grado e per "farla passare" per una persona con deficit cognitivo.