VALENTINA BERTUCCIO D’ANGELO
Cronaca

Roberto Jalal Petagna, morto in scooter a 42 anni. Una raccolta fondi per la sua bimba di appena 7 mesi

Gli amici di “Jal” raccontano: “Era un buono. Finalmente aveva raggiunto la serenità: aveva una famiglia, una casa, un lavoro: non è giusto”. È l’ultima vittima della strada a Milano

Roberto Jalal Petagna

Milano – “Jal era un buono. Dopo una vita di sacrifici aveva finalmente raggiunto la serenità, quello che gli è successo è così ingiusto...”. Gli amici di Roberto Jalal Petagna, morto a 42 anni nella notte tra sabato 28 e e domenica 29 ottobre dopo lo schianto in scooter contro un’auto che non gli avrebbe dato la precedenza, non riescono a darsi pace. Impossibile accettare che dietro al bancone del Pub24 di via Pietro Borsieri non vedranno più il suo sorriso, aperto e sincero. “Jalal ha sempre avuto una capacità più unica che rara di entrare nel cuore di tutti quelli che lo hanno conosciuto”. Il 2023, racconta uno dei suoi più cari amici, quasi un fratello, aveva portato a Petagna la gioia più grande e il dolore più profondo: a marzo è nata la sua bambina, Ambra. A giugno è morto il papà. “Roberto, anzi Jal, come lo chiamavamo dai tempi dell’università, aveva sempre desiderato avere una famiglia, finalmente ce l’aveva fatta: aveva una compagna, una casa, una bimba e anche un lavoro. Era finalmente sereno”. Poi la tragedia, che in pochi minuti spazza via sogni, progetti, affetti. Tutto. 

L’incidente

Dopo il turno al pub Petagna stava guidando il suo scooter Kymco verso casa, a poca distanza dal locale quando, intorno alle 2 si è scontrato contro un'auto. La dinamica è ancora in fase di accertamento, ma dai rilievi condotti dalla polizia locale di Milano sembrerebbe che lo scontro sia dovuto a una infrazione al codice della strada, all’altezza di un incrocio senza semafori ma con segnale di dare precedenza a destra. La Toyota Aygo guidata da un trentenne, con due passeggeri coetanei a bordo, stava percorrendo via Sebenico da via Sassetti, in direzione di piazza Minniti. All’incrocio con via Volturno non avrebbe dato la precedenza allo scooter Kymco guidato da Roberto Jalal Petagna che, da piazzale Lagosta, stava andando verso via Confalonieri. Avrebbe tagliato la strada al motociclista che, dopo l’impatto, è stato sbalzato dalla sella e ha battuto la testa. Inutile il ricovero al Niguarda: è morto poco dopo. I funerali non sono ancora stati fissati perché si dovrà svolgere l’autopsia. Per questa sera, 31 ottobre, è previsto un momento di raccoglimento proprio al Pub24.

La raccolta fondi 

Roberto lascia la compagna Petra, la figlioletta Ambra, la mamma e il fratello. E poi un mare di amici a cui era legatissimo. E che adesso, pur nel dolore, vorrebbero fare qualcosa per aiutare una bimba che non conoscerà mai il papà e una donna a cui restano, tra le macerie del lutto, le spese per il sostentamento della famiglia. Per aderire alla raccolta fondi, il cui ricavato andrà ovviamente interamente alla compagna di Roberto basta collegarsi a questo link. 

Chi era Roberto Jalal Petagna

"Jalal era un ragazzo pieno di vita e dai forti valori, che ha insegnato a tutti coloro che lo conoscevano, con i suoi gesti e le sue azioni, il coraggio di lottare per i valori in cui credeva e di combattere le ingiustizie, grazie alla voglia di vivere che gli ardeva dentro – dicono di lui gli amici –. Vita per cui ha sempre dovuto lottare, perché non gli è mai stata facile, ma che lui affrontava quotidianamente con dignità, con il sorriso e che, nonostante tutto, non gli ha mai tolto la volontà di aiutare il prossimo”. Amante dello sport, tifoso del Milan e amante degli animali (il suo amato cane era morto ad agosto), si era laureato in Economia alla Bicocca, ha vissuto tra Milano, Firenze e Casablanca (era italo marocchino). Negli anni aveva accumulato esperienze nella gestione di bar e locali milanesi, nell’organizzazione di viaggi per business e turismo in Marocco, fino all’avventura del 2016 quando, con un socio, ha rilevato il Mirò Bistrot Café in corso Buenos Aires fino al 2020. Dopo è tornato a gestire il Pub24, locale in cui ha lavorato fin dai tempi dell’Università e in cui è cresciuto e ha avuto modo di farsi conoscere da tutto il quartiere e non solo, che oggi lo piange. 

Il ricordo dell’amico 

"Per me era più di un amico, era un fratello”, racconta un coetaneo che con lui ha condiviso “tanti viaggi, sogni, progetti, speranze”. “L’ho conosciuto 23 anni fa, di questi tempi, all’università Bicocca. Lui si presentava come Roberto, poi quando abbiamo scoperto le sue origini marocchine ci ha svelato il nome Jalal, il Maestoso, e dal quel momento per noi è stato Jal, il Maestoso”. E lo era davvero: alto oltre 1,90, “col sorriso sempre in faccia. Magari a volte si lamentava, ma sdrammatizzava subito. Ha sempre lavorato sodo, anche durante l’università per mantenersi, tanto che noi amici ci davamo appuntamento sempre nel locale dove lavorava Jal per stare insieme”. E la stessa cosa avevano fatto poche ore prima del drammatico incidente: “Stavamo festeggiando il compleanno di un amico e abbiamo pensato di andare in un ristorante vicino al Pub24 per poter passare poi da Jal a prendere un cocktail e stare con lui. Anche l’altra sera ho pensato che finalmente la vita gli stesse girando per il verso giusto, poi domenica mattina il messaggio di Petra...”.