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Robinho: l'ex giocatore del Milan condannato in via definitiva per stupro di gruppo

Conermata la pena di 9 anni. Il calciatore si trova in Brasile: cosa potranno fare le autorità italiane perché la sentenza venga eseguita

Robinho, 35 anni, ai tempi della sua militanza nel Milan

Ultimo capitolo del processo a Robinho, l'ex calciatore del Milan, imputato con l'accusa di violenza sessuale di gruppo. L'atleta brasiliano, classe 1984, in rossonero tra il 2010 e il 2014, si è visto confermare la condanna a 9 anni di carcere dalla Corte di Cassazione di Roma. Stessa sorte per il suo amico Ricardo Falco. 

L'episodio contestato risale al 2013. La sera del 22 gennaio Robinho e alcuni amici - quattro sono irreperibili - avrebbero incontrato una ragazza di 23 anni in un locale notturno, l'avrebbero fatta bere fino all'ubriachezza e poi avrebbero approfittato di lei a turno nel guardaroba del ritrovo. Robinho era già stato condannato in primo grado nel 2017 e, successivamente, in Appello, nel 2020. Ora la condanna definitiva, dopo che la Suprema Corte ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati di Robinho, per i quali il rapporto sarebbe stato "consensuale". Lo stesso giocatore si è sempre definito innocente. 

I giudici, però, non hanno creduto all'attaccante brasiliano e ai suoi difensori. Nelle motivazioni della sentenza di primo grado si parlava di "assoluto dispregio" mostrato da Robinho e dai suoi amici nei confronti della vittima, esposta a "ripetute umiliazioni" oltre che alle violenze fisiche. Il tutto in un quadro, dicono sempre i giudici, di quasi "di consapevolezza di una futura impunità".

Robinho in carriera ha indossato anche le maglie di Real Madrid e Manchester City. Con il Milan ha vinto un campionato e una Supercoppa italiana. Nel 2020 la sua ultima partita, in Turchia, con la casacca del Basaksehir-Kayserispor. Qualche mese dopo firmò per il Santos, il club brasiliano che l'aveva lanciato. Il "Peixe" (questo il soprannome della squadra in cui crebbe anche Pelè) lo licenziò appena una settimana dopo il suo ritorno, proprio quando furono rese note le intercettazioni sul caso milanese.

E ora cosa accadrà? La costituzione brasialina impedisce l'estradizione dei suoi cittadini nei Paesi dove sono stati condannati ma una legge sull'immigrazione prevede che le autorità italiane possano chiedere alla Corte superiore di giustizia verdeoro l'esecuzione della sentenza.