Milano – I soldi transitavano su conti tra “Svizzera, Inghilterra, Stati Uniti e Lituania”, attraverso un “sistema” basato sulle piattaforma informatiche per “sottrarre i fondi degli investitori e usarli per finalità diverse”.
Gli investigatori della Gdf, nel corso delle perquisizioni, hanno anche rinvenuto in chiavette Usb e sequestrato criptovalute per un valore corrispondente a circa mezzo milione di euro, tra i risultati di “una delle prime indagini di rilievo sul mondo dei bitcoin”, evidenzia la Procura di Milano. Un mondo dove si celano pericoli per i risparmiatori. Sono stati arrestati, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla gip Rossana Mongiardo, Andrea Medri e Davide Barbieri, 61 e 50 anni, i due ex amministratori e fondatori di The Rock Trading, società un tempo leader in Italia negli investimenti in criptovalute e poi travolta da un dissesto finanziario di circa 66 milioni di euro.
Un business gonfiato sfruttando la bolla delle criptovalute, con circa 18mila clienti che in tempi diversi hanno investito tramite la piattaforma, fino al crac. Tra loro, in 700 avevano presentato un querela alla Procura di Milano, avviando una difficile battaglia legale per ottenere la restituzione delle somme investite e poi volatilizzate, così come è svanita l’illusione di facili guadagni. Le ipotesi di reato contestate dai pm Grazia Colacicco e Pasquale Addesso riguardano la bancarotta fraudolenta, le false comunicazioni sociali, la formazione fittizia del capitale e l’infedeltà patrimoniale. Un meccanismo che emerge anche dalle chat acquisite dal Nucleo speciale di Polizia valutaria della Guardia di finanza di Milano, che ha condotto l’inchiesta. “Se risulta che dobbiamo avere 1.000 bitcoin, dobbiamo mostrarglieli”, è una delle discussioni, avvenuta nel 2022, tra Medri e Barbieri. “Si può provare in tanti modi, il punto è che non ce li abbiamo”.
Già nel 2016, come risulta dall’ordinanza, Barbieri scriveva “come copriamo il buco di The Rock Trading?”. Lo stesso Barbieri che, poi, interrogato nelle indagini, ha detto di “aver saputo” solo “da Medri” e da un’altra persona che “c’era un buco di milioni di euro”. I due ex amministratori, scrive la gip, avrebbero falsificato i bilanci dal 2017 al 2022 e avrebbero anche “orchestrato un piano” volto a “trasferire le passività” di una loro “società maltese” sul “neocostituito gruppo TRT”, ossia The Rock Trading. E poi avrebbero portato avanti “attività di gestione non autorizzate dei fondi dei clienti” per tenere in piedi le società.
La Procura aveva anche presentato tre richieste di liquidazione giudiziale nei confronti della capogruppo Digital Rock Holding spa, TRT srl e Onedime srl, tutte accolte dal Tribunale di Milano che ha aperto una liquidazione giudiziale del gruppo con la nomina di un curatore e una successiva consulenza tecnica affidata a Deloitte. Sono state inoltre formulate due richieste di rogatoria, negli Stati Uniti e in Svizzera, e due ordini di indagini europei in Lituania e Irlanda che “hanno consentito di ricostruire disponibilità di risorse all’estero da parte degli indagati e movimentazioni estero su estero”.
I due amministratori arrestati, secondo le accuse, avrebbero “distratto” dai conti delle società oltre 65,8 milioni di euro. Entrambi, come emerge dalle conversazioni riportate nell’ordinanza, erano consapevoli che “non bisognasse “farsi beccare“”. Nelle chat si leggono messaggi come “occhio che anche lì siamo ormai belli sotto ... i miei 70 sono ormai persi e ci sono utenti con molti bitcoin in corpo, che se prelevano...”. Rievocavano i “tempi d’oro”, quando le criptovalute attiravano anche investitori alle prime armi e spuntavano piattaforme che garantivano guadagni, solo sulla carta.