di Marianna Vazzana
"C’è un agglomerato di case che forma un ferro di cavallo spigoloso affacciato su un cortile senza recinzione". Cominciava così un articolo sul caseggiato Aler di via Bolla pubblicato sul Giorno il 9 dicembre del 2012. Sorprendente constatare che oggi, a distanza di 10 anni, la fotografia sia la stessa. Anzi, peggiore. Perché negli anni le occupazioni abusive sono aumentate, così come il degrado. "Vetri distrutti – continua la descrizione di allora – serrature saltate, viavai nei box e nelle cantine, allacciamenti elettrici fai-da-te. Per non parlare degli appartamenti occupati e dei continui disordini denunciati dagli inquilini regolari, tra cui lo spaccio di droga. “Qui non si vive più“. Tanto che su una fioriera qualcuno ha scritto “Scampia”. Un’esagerazione? “La verità – sussurra una signora – è che qui siamo abbandonati“". Lo stesso tenore dei commenti raccolti ieri, a poche ore di distanza dalla guerriglia scoppiata venerdì sera in cortile tra un gruppo di inquilini regolari e un altro di abusivi di diverse etnie. Tre feriti romeni. E ieri sera un’auto è andata in fiamme. Azione e reazione, in una spirale infinita.
In dieci anni, si diceva, la situazione è peggiorata: perché sono cresciute le invasioni degli alloggi e non si è ancora vista la svolta della riqualificazione. Non solo: quelle palazzine portano anche i segni di incendi divampati negli anni e di ferite mai sanate tra quelle mura. Lo scorso 13 febbraio, un incendio ha distrutto il locale contatori e alcune cantine del palazzo di via Bolla 42, aggiungendo un disagio in una situazione già disastrosa. "Siamo rimasti senza luce", segnalavano gli inquilini il giorno dopo. Secondo quanto emerso, c’era stato un cortocircuito, probabilmente dovuto al groviglio di allacciamenti fai-da-te delle famiglie abusive alla rete elettrica. Ed è successo più volte, tra i civici 38 e 42. Per esempio, l’8 gennaio del 2013 le famiglie si erano svegliate senza elettricità, ascensore ko e un odore acre di bruciato, dopo il rogo che aveva devastato le cantine al pian terreno, sempre al 42. Ora non è più possibile neppure entrare: il corridoio è pieno di immondizia ed è pure invaso da liquami. Attorno, i muri restano anneriti. A luglio del 2019, una famiglia raccontava sempre al Giorno di essere dovuta andare via di casa perché "minacciata" da alcuni occupanti abusivi. Il motivo? Le liti causate dalle bollette salite alle stelle a causa degli allacciamenti irregolari. Diversi inquilini avevano infatti denunciato "cifre esorbitanti" da pagare per la corrente elettrica, col sospetto che la causa fossero appunto "i vampiri, che succhiano energia dai contatori altrui non avendo un contratto regolare". La gente si era vista recapitare bollette da 118, 210, 133 euro. Una donna di 92 anni si era ritrovata a doverne pagare 129 per un consumo spropositato.
Ma quando saranno riqualificate le case, e come? Negli anni sono state avanzate diverse ipotesi. Nel 2018 era stata approvata una mozione che prevedeva abbattimento e ricostruzione; si è parlato pure di vendita. L’ultima ipotesi di Regione Lombardia, per la stecca tra i civici 38 e 42, è lasciare solo i muri perimetrali del caseggiato e demolirne l’interno con lo scopo di poter ripensare completamente le singole case nel momento della loro ricostruzione. Intanto, i trasferimenti degli inquilini regolari in alloggi alternativi (molti nella stecca confinante) sono quasi completati. Ma le occupazioni e il degrado non si fermano.