Era il 29 agosto di tre anni fa quando prese fuoco la Torre dei Moro, il grattacielo di 18 piani, e fu quasi completamente distrutto dalle fiamme. Sono tredici le persone mandate a processo per il maxi incendio, senza vittime. Tra gli imputati, anche i responsabili delle società che hanno costruito l’edificio e dell’azienda spagnola che ha prodotto i pannelli Larson. Pannelli usati nelle facciate "a vela" e che, stando alle indagini della pm Marina Petruzzella, erano "altamente infiammabili".
Il rinvio a processo è stato deciso dalla gup Ileana Ramundo, che ha fissato l’inizio del processo con l’accusa di "disastro colposo" per il 30 settembre. Nel dettaglio, tra i rinviati a giudizio ci sono il costruttore Alberto Moro, la moglie Stefania Grunzweig, amministratrice della Polo srl, committente e venditrice degli appartamenti, cinque responsabili della Zambonini spa, che si occupò dei lavori delle "vele" della facciata, tra cui il legale rappresentante. A processo, poi, l’amministratore della ditta che commercializzava in Italia quei pannelli Larson prodotti dalla spagnola Alucoil, che conta tra i rinviati a giudizio il legale rappresentante e un export manager. Sono stati prosciolti, invece, i due vigili del fuoco Mario Abate e Luciano Propana, che diedero il "parere favorevole" con cui Polo ottenne "il certificato di prevenzione degli incendi" nel 2011, il responsabile tecnico del cantiere della torre Crescenzo Panico e Giacomo Passera, uno dei responsabili della Zambonini. I quattro per i quali non è stato disposto il rinvio a giudizio sono stati ritenuti “estranei“, cioè non responsabili della fase iniziale e delle conseguenze del disastro.
Stando alle indagini che hanno ricostruito la dinamica dei fatti, il rogo scoppiò su uno dei balconi del palazzo a causa di una sigaretta gettata accesa che probabilmente finì dentro un cestino di rifiuti lasciato in un balcone. Subito dopo, anche per l’effetto del caldo, in quei giorni le temperature erano molto elevate, il grattacielo si trasformò in una "torcia". I "pannelli Acp" identici ai "Larson Pe", erano stati utilizzati anche per "il disastro della Greenfell Tower di Londra del 2017, dove, al contrario della torre dei Moro, morirono 72 persone, rimaste imprigionate dalle fiamme.
"Siamo contenti che si faccia un processo e che ci sia effettivamente giustizia per noi, perché sono tre anni che l’aspettiamo" ha commentato Mirko Berti, portavoce degli inquilini della Torre dei Moro, fuori dall’aula. "In questi tre anni - ha aggiunto - ci sono state veramente tantissime cose.
Abbiamo pagato l’Imu, poi ci hanno dato un bonus per recuperarla, poi finalmente il Comune di Milano ha fatto una delibera e ha azzerato l’aliquota". "In qualità di difensore del condominio della Torre dei Moro - ha detto l’avvocato Alessandro Keller - mi ritengo soddisfatto dell’esito dell’udienza preliminare. Il rinvio a giudizio conferma il fumus di negligenze commesse nella realizzazione dell’opera.
Confido che ora si possa instaurare una trattativa proficua per il risarcimento del danno nell’interesse del condominio e delle famiglie colpite"