Rogo del cinema Eros, dopo 40 anni riaperte le indagini: cosa cercano i pm

Nell’incendio, il 14 maggio 1983, morirono cinque spettatori e un medico accorso per salvarli. Per quell’episodio condannato il duo neonazista Ludwig, ma ancora numerosi sono i punti da chiarire. I possibili legami con la strage di piazza della Loggia

Un'immagine dei soccorsi dopo il rogo al cinema Eros (Archivio)

Un'immagine dei soccorsi dopo il rogo al cinema Eros (Archivio)

Milano, 16 novembre 2024 – A lungo su quei sei morti calò un silenzio ingiustificato. La loro “colpa”? Avere trovato la morte – terribile – all’interno di un cinema a luci rosse. Una delle vittime neppure c’entrava con la proiezione di “Lyla, profumo di femmina”: era un medico, accorso per soccorrere i feriti. La strage del cinema Eros, sala di viale Monza poco lontana dalla fermata della metrò di Rovereto, risale al 14 maggio 1983. È una delle scellerate imprese di Ludwig, il duo di giovani della buona borghesia veronese accecati e armati da deliri neonazisti e supereromisti.

Wolfgang Abel, morto a fine ottobre in Veneto dopo essere rimasto vittima di una caduta in casa, e Marco Furlan, uscito dal carere nel 2008 furono condannati nel 1991, anche per quell’episodio, a 27 anni di carcere.

Su il sipario

Le foto segnaletiche di Wolfgang Abel e Marco Furlan
Le foto segnaletiche di Wolfgang Abel e Marco Furlan

Sull’intera vicenda di Ludwig (assassini di prostitute, omosessuali, senzatetto e via delinquendo) e sul rogo dell’Eros, però, rimangono ancora, a distanza di decenni, punti oscuri da chiarire. A partire dalla possibilità di un secondo livello – possibile che i due studenti avessero architettato ed eseguito tutto da soli? O c’era qualcuno che li manovrava dall’alto, magari per scopi politici o per interessi esoterici? – e, nello specifico dell’Eros, dal mistero del “terzo uomo”.

Una pista rimasta sullo sfondo, alimentata dalle dichiarazioni del gestore del cinema dato alle fiamme che aveva riconosciuto Abel e Furlan come due dei tre ragazzi che per due volte erano arrivati insieme al cinema, il terzo "basso e tarchiato".

La rete veneta

La pagina del Giorno sulla strage di viale Monza 101
La pagina del Giorno sulla strage di viale Monza 101

Da questo quindi, come rivelato oggi dal Corriere della Sera che all’eccidio aveva dedicato un podcast, quarant'anni dopo, ripartono i pm milanesi Leonardo Lesti e Francesca Crupi, che stanno "indagando sulla rete veneta dei ragazzi" servendosi anche degli elementi emersi nel nuovo processo sulla strage di piazza della Loggia a Brescia, attentato per cui oggi è alla sbarra, con l’accusa di aver piazzato la bomba, proprio un allora giovane veronese di buona famiglia, Marco Toffaloni, oggi residente in Svizzera.