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Rogo e rivolta al carcere Beccaria. I sindacati: "Rivedere il sistema"

Cinque agenti in ospedale. Il sindaco Sala auspica "un profondo rinnovamento da parte del Ministero"

I carabinieri in via Calchi Taeggi, intervenuti durante la rivolta (Foto Fasani)

I carabinieri in via Calchi Taeggi, intervenuti durante la rivolta (Foto Fasani)

di Marianna Vazzana

Incendio di materassi e lenzuola incorniciato da urla e lanci di oggetti. Ennesima rivolta ieri al carcere minorile Beccaria a poco più di 10 giorni da quella precedente, scoppiata lo scorso 13 marzo. Un nuovo allarme che spinge i sindacati di polizia penitenziaria a chiedere una revisione profonda delle modalità di detenzione. I malumori tra i detenuti si sono fatti strada fin dal mattino, quando due di loro si sono opposti a un trasferimento. Poi, nel primo pomeriggio, l’incendio al secondo piano che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, arrivati con 7 mezzi, del Radiomobile dei carabinieri, della polizia di Stato e dei ghisa. Quattro persone – un detenuto e tre poliziotti penitenziari – sono stati trasportati in ospedale per aver respirato fumo; al pronto soccorso anche altri due agenti colpiti dagli oggetti scagliati. Nessuno in gravi condizioni. Ma "la situazione è molto grave", denuncia Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe): "È evidente la necessità di interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell’amministrazione della giustizia minorile". Il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria (Spp) Aldo Di Giacomo evidenzia che "sui detenuti giovani bisogna investire per evitare che non diventino carcerati abituali". Da Fratelli d’Italia Romano La Russa, assessore regionale alla Sicurezza, si chiede "a cosa serva a questi ragazzi una pena che dovrebbe essere rieducativa se all’interno della struttura continuano a comportarsi da delinquenti". E "ad essere penalizzati sono sempre i poveri agenti penitenziari", commenta il deputato di FdI Riccardo De Corato. Anche il sindaco Giuseppe Sala esprime "solidarietà agli agenti. Stiamo però parlando di un istituto penale che oramai da tantissimi anni non è adatto a svolgere il ruolo a cui è stato delegato. Spero che il Ministero finalmente intervenga e avvii un progetto di profondo rinnovamento della struttura".