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di Massimiliano Saggese
Poteva trasformarsi in disastro ambientale il rogo appiccato dai "soliti ignoti" l’altra notte nell’oasi delle cave di Milano 3. A fuoco alcune cataste di legno. Si tratta di materiale di scarto proveniente da alberi tagliati perché pericolanti.
Rami e tronchi erano stati lasciati sul posto, in attesa che venissero recuperati e smaltiti tramite una ditta specializzata nel settore. Il fuoco deve essere stato acceso la notte poco prima dell’alba, forse da un gruppo di giovani teppisti. Questo è quanto sospettano gli ambientalisti accorsi sul posto.
Potrebbero essere stati dei ragazzi del posto che per passare la serata avevano acceso il fuoco per scaldarsi oppure magari anche qualche senza tetto che spesso si accampano nei pressi della cava.
Ad accorgersi del rogo sono state le sentinelle del verde dell’associazione Parco Sud e le Gev (guardie ecologiche volontarie di Città Metropolitana) che hanno spento i fuochi a secchiate con l’acqua del laghetto.
I roghi, che si sono sviluppati uno a poca distanza dall’altro, potrebbero anche essere di origine dolosa.
Fortunatamente le fiamme non hanno raggiunto la vicina vegetazione che circonda le cave altrimenti in poco tempo sarebbe andato tutto distrutto.
"Speriamo che portino via presto tutta questa legna tagliata perché qui basta poco per distruggere tutto - spiegano le sentinelle del parco -.
Quella legna si sta seccando. Qui vengono spesso abusivamente a fare grigliate e altro. Non ci vuole nulla a provocare gravissimi danni a un polmone verde come l’Oasi, ricco di flora e fauna autoctone".
La cava oltre ad ospitare una folta fauna ittica e meta di diversi uccelli che nidificano nella zona e spesso è anche frequentata da volpi, lepri selvatiche e cinghiali.
Poco distante dal luogo dove è stato appiccato il fuoco c’è anche un capanno recentemente realizzato che gli ambientalisti temono possa venire distrutto se quei tronchi, a rischio roghi. non vengono rimossi