Milano, 13 marzo 2023 – Un post che scatena la polemica politica, proprio nei giorni in cui Milano si è spaccata sull’emergenza sicurezza dopo le rapine e i feriti in serie nella zona intorno alla Stazione Centrale.
Un messaggio che prende di mira i profili social e i cittadini che filmano e mettono in Rete le immagini delle borseggiatrici che imperversano sui treni della metropolitana. La consigliera comunale del Pd Monica Romano scrive sul suo profilo Facebook che “quest’abitudine di filmare persone sorprese a rubare sui mezzi Atm di Milano e di diffondere i video su pagine Instagram con centinaia di migliaia di followers è violenza, ed è molto preoccupante".
Non solo. La consigliera dem, che si riferisce in primis al profilo Instagram “Milanobelladadio’’, aggiunge: "Le cittadine e i cittadini che sanno davvero che cos’è il senso civico alzino la voce e invitino a spegnere le fotocamere, perché non è così – trasformando le persone in bersagli – che si ottiene giustizia”.
La conclusione di Romano mette insieme l’emergenza borseggiatrici con altri episodi che non riguardano Milano: "Di violenza e di squadrismo ne abbiamo già avuti abbastanza davanti a un liceo di Firenze e nelle acque di Cutro. Milanesi, ribelliamoci a questa pessima pratica”.
Le parole della consigliera del Pd, appartenente all’ala più di sinistra del partito, quella che ha sostenuto Elly Schein alle recenti primarie democratiche, non sono passate inosservate. Il primo a criticare il post della Romano è il capogruppo della Lega a Palazzo Marino Alessandro Verri: “Siamo alla follia, il Pd difende le borseggiatrici sui metrò. Secondo una consigliera dem il problema non sono le borseggiatrici, ma chi le riprende. Noi stiamo dalla parte di quei ragazzi che volontariamente offrono quel servizio di sicurezza che il Comune di Milano ha sempre negato ai Milanesi. Da tempo chiediamo il potenziamento della sicurezza sui mezzi pubblici e il contrasto all’illegalità”.
La vicenda ricorda molto da vicino quella dello striscione del liceo Carducci con Meloni e Valditara a testa in giù, che aveva suscitato la reazione dello stesso preside dell’istituto che, nemmeno a farlo apposta, si trova a due passi da piazzale Loreto.