MASSIMILIANO MINGOIA; NICOLA PALMA
Cronaca

Rondo e soci tra rapine, coca e armi Sala: pentito? No, rifarei l’incontro

Daspo dai locali, i curricula criminali dei rapper di San Siro. Il sindaco: bisogna cercare di parlare con tutti

di Massimiliano Mingoia e Nicola Palma

Risse, aggressioni, spaccio, porto abusivo di armi, rapine violente. C’è di tutto nei curricula criminali di alcuni dei ragazzi che fanno parte del collettivo Seven Zoo o che sono in qualche modo legati ai leader carismatici della galassia musicale di San Siro. Una considerazione che, è bene precisarlo, non fa rima con "criminalizzazione" dell’ambiente rap e trap, ma con "constatazione" di quanto emerge dagli archivi delle forze dell’ordine. Partiamo dal diciannovenne Mattia Barbieri, alias Rondo da Sosa, che il 15 aprile scorso è stato ricevuto a Palazzo Marino dal sindaco Giuseppe Sala per parlare delle problematiche di piazzale Selinunte e dintorni (dove cinque giorni prima era andato in scena un maxi assembramento con aggressione alle forze dell’ordine) e che martedì sera è stato bandito da tutti i locali di Milano dal Daspo Willy di due anni, firmato dal questore Giuseppe Petronzi e notificatogli dagli agenti della Squadra mobile nella salentina Gallipoli. Il provvedimento di via Fatebenefratelli prende le mosse dal raid del 12 luglio scorso all’Old Fashion, culminato con una sassaiola e col pestaggio del "rivale" Laioung, ma l’elenco dei precedenti di polizia è molto lungo: si va da un danneggiamento del 2017 alle accuse di lesioni personali, minaccia e furto nel 2018, fino alle scorribande nell’estate 2020 a Santa Margherita Ligure e alle tre violazioni alle normative anti-Covid inanellate negli ultimi diciotto mesi di emergenza pandemica. Stesso discorso vale per Zaccaria Mouhib alias Baby Gang, che dovrà stare lontano per 24 mesi da pub, bar e discoteche dell’intera Città metropolitana e che ieri ha ricevuto un foglio di via di 3 anni pure da cinque Comuni della Romagna per il caos provocato sabato dai suoi fan a Riccione dopo l’annullamento di un concerto.

Il ventenne di Sondrio è passato dagli imbrattamenti del 2013 (quando di anni ne aveva 12) alla ricettazione del 2015, per poi essere: denunciato per rapina e spaccio nel 2016; arrestato per resistenza, lesioni e furto con strappo nel 2017 (10 mesi di reclusione in primo grado); indagato per rapina nel 2018 (3 anni di condanna). Baby Gang è tornato alla ribalta il pomeriggio del 10 aprile, quando lui e Neima Ezza convocarono via social in via Micene circa 300 persone per girare un videoclip, per poi spostarsi di poche centinaia di metri e dar vita a una rivolta contro la polizia a colpi di bastoni e bottiglie. C’era pure lui la notte del 12 luglio all’Old Fashion: secondo le indagini, è arrivato a dar manforte all’amico Rondo respinto all’ingresso, minacciando il proprietario Roberto Cominardi alla testa di una trentina di giovani, quasi tutti col volto coperto. Tra loro, gli investigatori hanno identificato anche il trentunenne albanese E.T. (Daspo di due anni, avviso orale e foglio di via da Milano), residente a Vignate, già sospettato di una rapina in concorso con Mouhib e di aver esploso colpi di pistola durante una rissa, e S.A.G. (Daspo di un anno), ventiquattrenne nato a Dubai da genitori marocchini, condannato a 3 anni e 4 mesi nel 2016 per una serie di rapine in farmacie e supermercati nel 2015 nella Brianza lecchese. Del gruppo di San Siro, stando agli accertamenti, fanno parte pure: il ventiseienne Aniss B.M., arrestato nel 2017 per rapina e nel 2018 per spaccio di cocaina (ha patteggiato 3 anni e 2 mesi); S.A.E.H., 19 anni, arrestato nel 2019 nell’ambito dell’operazione "Paranza" dei carabinieri su undici rapine avvenute all’Arco della Pace; un quindicenne indagato per rapina nell’indagine "Bad kids" del commissariato Sempione. Profili da delinquenti, verrebbe da dire, più che da musicisti in erba.

Intanto, ieri Sala ha ribadito di "non essere pentito" di aver incontrato Rondo da Sosa quattro mesi fa in Comune: "Don Burgio – le sue parole – mi ha detto che a San Siro c’è un tema legato anche alla mancanza di luoghi di aggregazione, i ragazzi fanno riferimento ai rapper, vuoi parlarci? E io ci ho parlato e lo rifarei. Bisogna cercare di parlare con tutti, non mi sono assolutamente pentito. Mi spiace, però trovo giusto, perché me l’ha spiegato bene il questore, il Daspo. Quello per me è stato anche un momento per capire alcune cose di San Siro".