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di Annamaria Lazzari
Ha scoperto di avere il brutto male al seno facendo un controllo di routine. Ma ha deciso di affrontarlo con carattere e un pizzico di sorriso: "Avevo il cancro. Almeno la depressione me la sono voluta risparmiare..." dice Rosalba Reggio, giornalista 54enne, responsabile della web tv de Il Sole 24 ore. Oggi Rosalba, grazie alla sua grinta e a una terapia efficace, è tornata a una vita normale, dividendosi fra i suoi due grandi amori: il lavoro che ha sempre voluto fare e la famiglia. È inoltre testimone di Fondazione Airc che proprio in questi giorni torna con l’appuntamento de "L’Azalea della Ricerca". Per la prima volta le piantine simbolo della ricerca sui tumori femminili non coloreranno le piazze delle città per tutelare i volontari dai rischi: si possono però prenotare da subito, a fronte di una donazione di 15 euro, su Amazon.it e Airc.it
Rosalba, come ha scoperto di avere la malattia?
"Ero abituata a fare controlli al seno ogni sei mesi. Tutto regolare fino a febbraio di cinque anni fa quando la mammografia ha rivelato una formazione diffusa. Alla Mangiagalli mi hanno sottoposta ad una mammotome, una biopsia che consiste nel prelievo di tessuto mammario con un ago. Tremavo tutta. L’unico sollievo è che quando sono entrata nel reparto ho visto le pareti dipinte coi fiori. Ma l’esito è stato un duro colpo: carcinoma mammario multifocale infiltrante vascolarizzato di alto grado. La situazione era grave. Sei giorni dopo ero già sotto i ferri all’ospedale Humanitas, per una mastectomia".
Poi?
"La mammella asportata è stata sottoposta ad altre analisi come l’esame Fish e in attesa dell’esito per 15 giorni mi chiedevo se avrei avuto la possibilità di vedere crescere i miei figli che allora avevano 7, 12 e 17 anni. Il tumore aveva una velocità di crescita molto elevata e poteva invadere altri distretti. Finalmente è arrivato il risultato: l’oncologo mi ha spiegato che non era necessario fare la chemio ma una terapia ormonale. L’effetto collaterale è stato l’anticipo della menopausa: ma allora avevo già 49 anni e i figli, non mi è importato troppo. Dopo 15 giorni dall’intervento ero già tornata al lavoro".
Come ha fatto?
"La verità è che tutti noi abbiamo una capacità di reagire agli eventi più grande di quello che pensiamo. È come quando si pensa di non farcela a dormire qualche ora a notte prima della maternità. Poi quando si diventa madri ci si rende conto che si è in grado di fare tutto. Ho seguito tutti gli step della terapia per “opportunismo”: la malattia la si deve affrontare".
Oggi come si sente?
"Bene, a parte qualche acciacco. Ma è nulla rispetto a quel periodo".
C’è una lezione che si può trarre dalla sua storia?
"L’importanza della prevenzione. Vorrei che le donne si convincessero che è una follia rimandare gli esami di controllo. Se sono qui a parlare è stato perché ho preso il tumore in tempo. Ed è fondamentale anche sostenere la ricerca, per una diagnostica sempre più precisa".