Milano – Nuovo capitolo della saga Fabio Rovazzi e il (finto) furto dello smartphone in diretta su Instagram. Dopo il video del colpo, il polverone mediatico e politico sulla sicurezza, la confessione della messinscena e il nuovo polverone sull’inopportunità della trovata pubblicitaria, il rapper-influencer è tornato a parlare della vicenda, chiedendo scusa ma anche attaccando la stampa, il sindaco Sala e l’assessore Maran.
"Nelle ultime ore – scrive Rovazzi su Instagram – mi sono ritrovato al centro di una tempesta mediatica. Attaccato da politici e giornalisti che prima mi hanno usato per fare notizia e poi si sono sentiti traditi. Ma siccome non mi piace fare la vittima, chiedo scusa per il disagio che ho involontariamente creato. Probabilmente la cosa mi è un po’ sfuggita di mano… Ma credetemi Milano mi sta a cuore quanto sta a cuore a voi”.
"Nel merito invece – prosegue l’influencer – sono molto incazzato per come questa vicenda è stata strumentalizzata.Qualcuno è arrivato addirittura a parlare di danno di immagine per la città di Milano. Ma la diretta l’avete vista? Io sono seduto ai tavolini di un bar in un contesto anonimo, Non cito mai Milano. Avrei potuto essere ovunque, in qualsiasi luogo d’Italia e del mondo. L’accostamento reato-Milano è stato fatto dalla stampa e dai politici. Forse si è trattato di un riflesso condizionato perché Milano è effettivamente è in una situazione disastrosa. Di certo non è un’associazione riconducibile alla mia diretta nella quale Milano non viene mai nominata".
Per quanto riguarda le parole di Sala, Rovazzi ha replicato: “Oggi mi ha attaccato anche il sindaco. Ne sono dispiaciuto e anche un po’ sorpreso, visto che pochi mesi fa Sala si è prestato a fare da comparsa nel video promo di lancio del nuovo disco dei Club Dogo (che tra l’altro era bellissimo) in cui Milano viene rappresentata come Gotham City (la città criminale per eccellenza), ma nessun assessore ha minacciato di querelarlo”. Infine una battuta sull’assessore alla Casa Pierfrancesco Maran: “Ci tengo a precisare che l’attacco di Maran non fa parte delle strategie di marketing nonostante il nome dell’assessore assomigli molto al titolo del mio nuovo pezzo”.