Milano, 16 ottobre 2024 – Un solo fendente all'emitorace destro, poco sotto l'ascella. Una coltellata che ha reciso una vena tra cuore e polmone, provocando lo choc emorragico che ha portato alla morte di Manuel Mastrapasqua. Sono i primi esiti dell'autopsia sul cadavere del trentunenne assassinato nella notte tra il 10 e l'11 ottobre in viale Romagna a Rozzano dal diciannovenne Daniele Rezza.
L'esame autoptico
Stando alle prime informazioni, il medico legale non ha riscontrato altri segni che facciano pensare a un tentativo di difesa. Sono state rilevati alcune ecchimosi sotto un occhio e vicino al mento, ma potrebbero essere compatibili con la caduta in avanti sul marciapiedi.
La dinamica
L'aggressione letale è avvenuta alle 2.58: Rezza si è parato davanti a Mastrapasqua, che stava tornando a casa dopo aver terminato il turno di lavoro al Carrefour di via Farini e aver attraversato Milano con i mezzi pubblici per raggiungere l'abitazione di via Lillà 13. Il diciannovenne ha strappato un paio di cuffie wireless Music Sound dal collo del trentunenne, sferrandogli poi il fendente con un coltello da cucina preso a casa. Dopo il raid, il ragazzo è scappato, ha buttato la lama dalle parti di via Cabrini ed è tornato nell'appartamento di via Trento in cui viveva con i genitori.
Preso ad Alessandria
Sabato mattina, Rezza si è fatto accompagnare in macchina dal padre Maurizio alla stazione di Pieve Emanuele, dove ha preso un treno per Pavia; lì è salito su un autobus sostitutivo per Alessandria col progetto di arrivare a Torino e prendere il primo Flixbus in partenza per la Francia. Poi, però, ha confessato di "aver ucciso una persona a Rozzano" agli agenti della Polfer che lo avevano fermato poco prima per un controllo. Preso in consegna dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, ha confermato la sua versione prima davanti al pm Maria Letizia Mocciaro e poi davanti al gip Domenico Santoro.